Chi sono i genitori di Paolo Ruffini: con il tempo il rapporto è cambiato. Oggi è strettamente legato alla mamma: "La chiamo tutte le sere"
Profondamente legato alla sua famiglia, Paolo Ruffini ha più volte parlato dei suoi genitori e di come il loro rapporto sia cambiato nel tempo. “Arriva un momento in cui probabilmente diventiamo noi i genitori. E noi diventiamo genitori dei nostri genitori, è una cosa ambigua – ha detto a “La fisica dell’amore” – La mia mamma ama secondo la sua cultura, secondo il suo condizionamento, la sua educazione, e non è nemmeno ciò che lei ha dato a me. Io un giorno ho deciso di darle un bacio e stabilire un grande perdono.
E secondo me è un perdono che tutte le mamme si meritano di avere. Alla mamma e al papà si dice spesso “ti voglio bene” ma io ho imparato a dire alla mia mamma “ti amo”. E ora tutte le sere lei mi chiama e mi chiede: “Mi ami?”. È un rapporto d’amore bellissimo”.
Il rapporto tra Paolo Ruffini e i suoi genitori è cambiato negli anni. “Quando ero giovane la mia mamma non mi capiva e per questo ero convinto che non mi amasse abbastanza. Non mi sentivo compreso e quindi non mi sentivo amato. Pensavo che non mi capisse proprio perché non mi amava. E per questo ero ribelle con lei.
E oggi mi dispiace talmente tanto che non se lo meritava. Ero io che ero incaz*ato”. Proprio di recente, parlando ancora della mamma, Paolo Ruffini ha rivelato a Vanity Fair: “Sono molto legato a mia madre: una donna di 80 anni che chiamo tutti i giorni e a cui dico ti amo. Capisce bene che è un argomento da affrontare con grande serietà”.
Chi sono i genitori di Paolo Ruffini: “Quando papà è morto…”
I genitori di Paolo Ruffini sono stati per lui a lungo un tasto dolente. Il regista e attore, ancora, a “La fisica dell’amore” ha dichiarato: “Noi chiediamo ai genitori un amore incondizionato che non ce la può dare nessuno. I nostri genitori sono esseri umani e sbagliano. E quella delusione te la porti dentro e diventa distruzione, dolore, se sei un po’ più sensibile”.
Parlando invece del papà, scomparso qualche anno fa, ha detto: “Non sono mai stato così vicino a lui come nel giorno in cui è morto, quella notte è stata meravigliosa, una notte di scuse, di perdono, di trasporto straordinario”.