Chiara Alessandri è stata rinviata a giudizio dal gip di Brescia Alberto Pavan. La donna è accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere: lo scorso 17 gennaio a Gorlago ha ucciso Stefania Crotti, moglie del suo ex amante, e poi l’ha portata mentre era ancora viva nelle campagne di Erbusco, dove il suo corpo è stato dato alle fiamme. Il gip, come riportato da Il Giorno, ha accolto la sua richiesta di rito abbreviato: la prima udienza è stata fissata per il 27 febbraio. «Ho chiesto che l’imputata possa spiegare in aula la sua versione dei fatti. La signora è pentita», ha dichiarato l’avvocato Gianfranco Ceci, legale di Chiara Alessandri. E ha parlato anche di un «percorso di pentimento che sta affrontando». L’avvocato di Chiara Alessandri ha ribadito che l’omicidio non viene negato, quel che viene invece negato è «la premeditazione e che sia stata lei a dare fuoco al corpo».
OMICIDIO STEFANIA CROTTI, RITO ABBREVIATO PER CHIARA ALESSANDRI
Il rito abbreviato è una formula che permetterà all’imputata, in caso di condanna, di ottenere uno “sconto” di un terzo sulla pena. Ma sarà subordinato all’audizione di alcuni testimoni e alla produzione di una serie di documenti. Stando a quanto riportato da L’Eco di Bergamo, il marito della vittima Stefano Del Bello e sua figlia si sono costituiti parte civile insieme ai genitori di Stefania Crotti e alla sorella. L’accusa è affidata al pubblico ministero Teodoro Catananti. Quando si tornerà in aula, il 27 febbraio 2020, a parlerà sarà proprio Chiara Alessandri. La competenza è del Tribunale di Brescia, perché la morte di Stefania Crotti è sopraggiunta a Erbusco. Secondo l’accusa, l’imputata avrebbe dato fuoco al corpo della vittima quando lei, seppur incosciente dopo le quattro martellate ricevute nel garage dell’imputata a Gorlago, era ancora viva. Per gli inquirenti il quadro probatorio – dalla dinamica del delitto al movente – sarebbe cristallizzato.