Chico Forti non può uscire dal carcere: tribunale di sorveglianza ha respinto la richiesta di libertà condizionale, ora si profila il ricorso in Cassazione

CHICO FORTI ANCORA IN CARCERE: LA SENTENZA

Niente libertà condizionale per Chico Forti: l’ex imprenditore trentino deve restare in carcere, come stabilito dal tribunale di sorveglianza di Verona. Lo riporta l’Ansa, che precisa di aver appreso della decisione del tribunale di respingere la richiesta che aveva presentato la difesa di Forti.



Uno di essi, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, ha già assicurato che valuterà il ricorso in Cassazione contro questo provvedimento, visto che sostengono che l’ex velista abbia scontato quasi 5 anni in più di carcere rispetto alla pena prevista per lo stesso reato in Italia.

In merito alla posizione della difesa, Repubblica aggiunge che Forti dovrebbe uscire dal carcere in base all’articolo 176 del codice penale, aggiungendo che ha avuto un “comportamento ineccepibile” in carcere.



Chico Forti con la premier Giorgia Meloni (screen da Tg5)

Ora resta la delusione per la decisione del tribunale, infatti commentandola lo zio ha dichiarato: “Ci speravamo dopo 27 anni di carcere“. Forti, che attualmente è detenuto nel carcere di Montorio, in provincia di Verona, si è distinto per la sua condotta “irreprensibile“, come spiegato da Gianni Forti.

NIENTE LIBERTÀ CONDIZIONALE: LE REAZIONI

Nei giorni scorsi lo zio di Chico Forti aveva espresso tutta la sua fiducia riguardo il via libera alla libertà condizionale, infatti aveva parlato di “forti speranze“, anche in virtù del fatto che non è considerato pericoloso, come si potrebbe ipotizzare dal reato per il quale è stato condannato negli Stat Uniti, cioè l’omicidio di Dale Pike.



Dopo la notizia della mancata scarcerazione da parte del tribunale di sorveglianza, lo zio ai microfoni di Fanpage ha confermato il rigetto della libertà condizionale e la strada della Cassazione, preannunciando che “ci vorrà ancora molto tempo“.

C’è amarezza, dunque, ora nella famiglia di Chico Forti, è un colpo duro per la mamma 97enne dell’uomo, così per il pool difensivo. Infatti, dopo la notifica della sentenza, mandata poco prima delle ore 12:30, l’avvocato Dalla Vedova ha affermato al Corriere: “Siamo molto amareggiati“. Il diretto interessato è stato informato, invece, dall’avvocato Alessandro Favazza.