Presadiretta. “Terra violata”, disastri ambientali e colpe dei politici, 29 gennaio – La “Terra violata” è stato l’argomento del programma di approfondimenti condotto da Riccardo Iacona trasmesso ieri sera su Rai Tre. Si sono affrontati i recenti casi di alluvioni in Liguria e in Sicilia, così come quanto succede in Paesi lontani quali Brasile e Thailandia. Colpe dell’uomo? Riscaldamento globale e cambiamento del clima? Si è parlato anche dell’Aquila e di una ricostruzione che sarebbe rischiosa in quanto effettuata su faglie attive. Secondo quanto riportano i servizi presentati a Presa diretta non è stata fatta una pianificazione d’uso del territorio e così si continua a costruire dove si vuole. Dunque all’Aquila si continua a seguire il vecchio piano regolatore il tutto per una questione che è puramente economica denunciano nel programma.
Eppure la sicurezza non dovrebbe avere un prezzo. Viene chiesto al sindaco della città abruzzese cosa ne pensi di questa situazione: dice che probabilmente è da verificare se i tecnici stanno facendo ciò per cui sono pagati. Ma sono proprio ingegneri ed architetti a denunciare queste ricostruzioni. E poi c’è il discorso delle 19 New Town, isolate dal centro, veri e propri dormitori: da quando esistono sarebbe aumentato il consumo di psicofarmaci. Non c’è infatti un bar né un punto di ritrovo di qualsiasi tipo. La città continua ad estendersi nei territori circostanti, mangiando le aree verdi rimaste. Nei servizi andati in onda si denuncia come invece di recuperare e ristrutturare il vecchio si starebbero programmando nuove costruzioni, con migliaia di metri cubi di cemento che andranno ad occupare terreni che fino a poco fa non erano edificabili. E le villette sono state costruite a decine su terreni agricoli a rischio inondazione. Ci si sposta dunque alla Liguria teatro di disastrose alluvioni nelle Cinque Terre e a Genova. Ci si occupa della ricostruzione a Vernazza. Anche Monterosso, altra perla delle Cinque Terre, è stato duramente colpito dall’alluvione. Eppure proprio sotto la montagna c’è un grande cantiere dove stanno costruendo un parcheggio multipiano.
E intanto c’è gente che non ha ancora la casa. L’amministrazione comunale ha in progetto anche un altro parcheggio e la decisione è stata presa a novembre, a neanche un mese dall’alluvione. Le zone coltivate sono state anch’esse devastate e in uno di questi campi adesso vogliono costruire un parcheggio a cinque piani. Secondo quanto si denuncia nel corso del programma i sindaci non vorrebbero rivedere i piani regolatori nonostante quanto successo durante l’alluvione. I centri abitati sono ancora disastrati e le amministrazioni comunali pensano piuttosto ad edificare un nuovo outlet. Ad Aulla, dove le case erano state costruite a ridosso del fiume, si continua a costruire, si parla di una ventina di nuovi palazzi. Si parla di istituti che fanno ricerca in questo senso, quindi le conoscenze per evitare alcune cose ci sarebbero. Filippo Navarra ad esempio ha studiato le variazioni climatiche che ci saranno fino al 2050. Paolo Guidetti, biologo marino, è arrivato invece fino in Antartide per studiare gli effetti dell’innalzamento della temperatura, che ormai sono già evidenti. Anche dalle nostre parti ci sono indicatori, come l’espansione delle specie termofile dal Mar Rosso a tutto il bacino del Mediterraneo, che è ormai abbastanza caldo per accoglierle.
Ad esempio il pesce coniglio sta colonizzando il Mediterraneo, ed essendo erbivoro sta desertificando i fondali. Così i pesci non avranno più dove vivere e noi non avremo più pesci da pescare. Arrivano però anche i morbi tropicali, come nel caso di una epidemia di malaria vicino a Ravenna. In Sudafrica due mesi fa si sono riuniti quasi tutti i Paesi del Mondo, con 12.000 delegati che hanno parlato proprio delle condizioni climatiche mondiali. Bisognerebbe tagliare le emissioni e magari fare come la Germania, che sta puntando tutto sull’energia eolica ed economicamente se la passa bene. Intanto ci sono molte isole dell’Atlantico che stanno già finendo sott’acqua.
Bisognerebbe abbassare la temperatura globale di almeno un grado. Si torna a parlare d’Italia con il caso della Basilicata dove la situazione non serbe delle migliori. Ettari di agrumeti e di vigneti restano, a mesi ormai dall’alluvione, ancora da bonificare. Occorre prendersi cura dei fiumi e fare in modo che l’alveo sia libero. Basti guardare alle condizioni del fiume Bradano, che porta acqua agli agricoltori di Puglia e Basilicata. Ma i canali non vengono puliti da anni e dentro ci cresce davvero di tutto. Non bisogna neanche costruire sui fiumi dighe ed ostruzioni. Una volta c’erano più alberi, c’erano oliveti, mentre oggi non c’è più neanche un albero sotto il quale potersi riparare, raccontano i contadini locali. Adesso che i contadini non sono più così tanti, sono tornati i latifondisti che hanno comprato centinaia di ettari di terreno per piantare il grano e così non ci sono più alberi, né arbusti né siepi. Ma se vogliamo salvare la nostra terra dobbiamo riprendere a lavorarla e a viverla. Così qualche cittadino ha pensato di mettersi in gruppo per acquistare terreni agricoli e farli fruttare. Proprio da qui è nata l’iniziativa di Rosanna Montecchi e dei suoi soci, che hanno comprato terreni per una somma complessiva pari a 1.200.000 euro, investendo 12.000 euro a testa.