Il confronto tra Renzi e Bersani, speciale Tg1 (video Rai). 28 novembre 2012 – Latteso dibattito in vista del ballottaggio di domenica, attraverso cui gli elettori del centrosinistra sono chiamati a scegliere il candidato premier alle prossime elezioni politiche, vede confrontarsi il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani e lattuale sindaco di Firenze Matteo Renzi. La giornalista Monica Maggioni riveste il ruolo di moderatore: le regole prevedono un dibattito della durata di unora e 45 minuti, interrotto da solamente due break pubblicitari. Ai due candidati verranno poste alcune domande ed entrambi avranno due minuti per rispondere e 20 secondi per ribattere a dieci domande flash. Ciascuno dei candidati può utilizzare il diritto di replica in cinque occasioni, da scegliere a propria discrezione, mentre nella parte conclusiva dovranno vedersela anche con le domande poste dal pubblico, in particolare dai componenti del comitato avversario. Ovviamente, nel corso del confronto e con un ritmo piuttosto incalzante, verranno toccati gli argomenti di maggiore interesse del panorama politico ed economico italiano e non solo: si parte con la Maggioni che chiede ai due candidati una sorta di ricetta per rimettere in moto la crescita, i consumi e tutto ciò che a causa della crisi ha subìto un vero e proprio crollo. Renzi annuncia la propria intenzione di voler stanziare 21 miliardi di euro al fine di aumentare di 100 euro al mese il reddito dei lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 2 mila euro al mese e ridistribuire meglio i pesi della tassazione sui vari ceti sociali. Bersani invece mette al primo posto il lavoro, attraverso il quale è possibile rimettere in moto leconomia, offrire la possibilità alle piccole e medie imprese di avere accesso al credito e fare in modo che i Comuni abbiano più risorse per investire sulleconomia locale. Per quanto riguarda poi il livello di tassazione e sulleventualità che questo possa essere diminuito, Renzi ammette che in parte è anche colpa del centrosinistra e ribadisce la necessità di contrastare duramente e il più presto possibile la dilagante evasione fiscale in Italia: se tutti pagassero le tasse, infatti, nelle casse dello Stato arriverebbero circa 140-160 miliardi di euro in più allanno. Bersani non è daccordo sulle responsabilità del centrosinistra, anche se ammette degli errori, mentre emette lo stesso giudizio riguardo levasione fiscale e su come gradualmente vada introdotto sempre più il pagamento senza contanti. Si torna poi a parlare dei costi della politica e di eventuali tagli: entrambi i candidati concordano nella necessità di dover dimezzare il numero di parlamentari e di azzerare quasi del tutto i vitalizi, mentre dimostrano differenti vedute riguardo i finanziamenti pubblici ai partiti. Il sindaco di Firenze vorrebbe azzerarli completamente, mentre Bersani ritiene che vadano solamente dimezzati per dare la possibilità di far politica non solo ai ricchi ma anche a persone che non hanno i mezzi economici per farlo. Per quanto riguarda poi la legge sui conflitti dinteresse, Bersani fa un sincero mea culpa a nome di tutto quel centrosinistra che in due anni di governo non è riuscito a varare questa legge che probabilmente avrebbe potuto evitare qualche problema emerso successivamente: entrambi concordano nel ritenere che la legge sui conflitti di interesse sarà senza dubbio varata entro il primo anno di governo. Altro tema centrale è quello del sistema pensionistico: Renzi ritiene che ormai non possa più essere modificato, mentre Bersani sottolinea che non sarà stravolto ma che senza dubbio verranno apportate modifiche rilevanti, visto che non è possibile tollerare situazioni come quelle riguardanti gli esodati. Il duello si infiamma poi sulle eventuali alleanze future: Bersani apre a Nichi Vendola e Pier Ferdinando Casini, Matteo Renzi sbarra la strada a entrambi: Non dovremmo fare l’accordo con Casini: Vendola dice che vuole sentire profumo di sinistra, questo è profumo di inciucio, ha detto Renzi. Ma Bersani risponde secco: “Quando siamo andati da soli ha vinto Berlusconi”.