Nella puntata di “Crozza nel paese delle meraviglie“, andata in onda ieri sera 8 marzo, il comico, con tanto di mimosa, è arrivato in studio attraverso uno stargate con un mondo parallelo dove c’è un Italia normale. Un paese normale dove lo stato funziona e dove il cittadino viene trattato da cittadino. Ha la mimosa perché lì è la giornata dell’uomo, sono le donne che comandano e governano, gli uomini non contano nulla. La domanda è: come si fa ad attraversare quella porta? Basterebbe che si parlassero Bersani e Grillo, ecco come si fa. Crozza si rivolge direttamente all’ex comico chiedendogli per una volta di non dire “vaffa” ma “vediamoci dai“, arrivando quasi a supplicarlo. Tocca poi a Bersani che con i suoi otto punti dell’agenda politica ha stupito tutti anche se l’ha fatto fuori tempo massimo. Perché non li ha detti in campagna elettorale? La risposta arriva dallo stesso Bersani/Crozza che con il suo accento emiliano spiega che non li ha detti esplicitamente, ma ha mandato dei segnali inequivocabili con il corpo. Gag esilarante con Bersani che mostra tutti i gesti e le posture per ognuno dei segnali. Parte poi una sequenza di allegorie bersaniane senza precedenti, memorabile quella che recita: “Se a Drupi ci dai la marijuana non diventa mica Bob Marley“. il turno di Massimo D’alema e Prodi. Il primo è diventato ambasciatore nel mondo… del tartufo di Norcia (appare l’articolo di giornale con la notizia) e il secondo ha contagiato tutti col suo entusiasmo e il suo brio. Parte il filmato di una sua intervista, a dir poco soporifera, in cui dice che bisogna lasciare che la sabbia si posi. Crozza lo imita agganciandosi all’intervista e completandone il pensiero: “Quando la sabbia si sarà posata potremo piantare gli ombrelloni, aprire i lettini e finalmente dormire“. Si riparte con Bersani e Grillo imitati contemporaneamente da Crozza in un divertentissimo duetto canoro, stile Gino Paoli e Ornella Vanoni, sulle note di “Che cosa c’è”.Crozza torna a chiedere a Grillo di non arroccarsi su una posizione così radicale e ci regala una gustosa gag in cui noi italiani ci ritroviamo su un taxi il cui autista è infuriato e scontento e manda tutti a quel paese, noi compresi. Sul vidiwall compare l’articolo in cui Grillo ha detto ai propri seguaci “So che il 15% di voi mi tradirà“. A Crozza, e anche a noi, quella frase ricorda qualcuno. Tra l’altro, facendo un po di conti, nel caso di Gesù la percentuale esatta fu del 16%. Poi Crozza si diverte a farci vedere uno di quelli che dovrebbero tradire Grillo. Si vede un’intervista a un neoparlamentare grillino, tale Bernini, che sostiene che negli USA stanno impiantando dei microchip sotto la pelle della persone per poterle controllare meglio. “Beppe, questo non ti può tradire, questo non vuole parlare con Bersani, questo tutt’al più vuole parlare con gli alieni!” La chiosa è ancora diretta a Grillo.
Crozza gli fa notare che neanche Ceausescu voleva il 100% dei voti. Si apre una parentesi piuttosto interessante in cui Crozza fa vedere con dei grafici come è cresciuto negli anni l’ammontare del finanziamento pubblico ai partiti in Italia. Le cifre sono esorbitanti: 570 milioni nel 2008. Il paragone è con l’Inghilterra dove la spesa a carico dello Stato è di soli 2 milioni. Che poi è la cifra che ha speso l’ex Governatore del Lazio, Mario Abbruzzese (rieletto in Parlamento), per comprare le Montblanc. Breve riferimento alla congiuntivite a orologeria di Berlusconi e all’ipotesi avanzata dal Corriere della Sera il 1° marzo scorso, sulla formazione di un governo Bersani – Berlusconi che il comico definisce a dir poco scomoda dato che, se il cavaliere continua a collezionare condanne, il consiglio dei Ministri bisognerebbe farlo durante l’ora di visita. Il processo Ruby, Crozza lo racconta con il gramelot e le canzoni di Dario Fo. Un vero pezzo di bravura che in alcuni momenti ha dato la sensazione della sovrapposizione perfetta tra realtà e imitazione della realtà (in ultima pagina il video). Non poteva mancare il nuovo governatore in pectore della Lombardia, Roberto Maroni, uno dei personaggi più riusciti della galleria crozziana, con l’immancabile Umberto Bossi a dargli fastidio. Questa volta si parla della moneta padana: la macroperlina colorata come nei villaggi turistici. L’idea attira immediatamente il terzo personaggio che questa volta è Marlon Brando/Crozza nella parte del Padrino. Altra parentesi semiseria con la storia del parlamentare svizzero Thomas Minder che ha proposto è vinto un referendum popolare per mettere un tetto massimo agli stipendi dei manager privati. Un miracolo se si considera che la Svizzera è una enorme banca a cielo aperto. Il tema introduce nel mondo dei manager e porta dritti dritti alla imitazione di Marchionne. Il manager è spaesato, viaggia troppo, non ha più il senso della geografia. Estrae in sequenza: il passaporto italiano che lo sottrae alle decurtazioni di stipendio svizzere, la residenza in Svizzera che lo sottrae alle tasse italiane e il passaporto canadese per far credere agli americani che in Italia ci viene in vacanza. Giacobbo/Crozza conclude la puntata con una travolgente raffica di misteri e domande come “Può un uomo con una palla di vetro prevedere il futuro o è solo costretto a camminare a gambe larghe?“