Parte oggi, mercoledì 15 maggio, la 66a edizione del Festival di Cannes, la più importante rassegna cinematografica del mondo, che terminerà il 26 maggio. Una nomea altisonante che Gilles Jacob e Thierry Fremaux hanno mantenuto e incrementato negli ultimi anni raccogliendo i nomi e i film più belli e importanti, non solo per gli appassionati di cinema più militanti, ma anche per chi ama il cinema divistico, visto che il red carpet e il mercato sono alcuni dei punti di forza della manifestazione.
Aperta da un film molto atteso come Il grande Gatsby di Baz Luhrmann, con Leo di Caprio gettato negli anni 20 raccontati da Fitzgerald, ledizione 2013 è ricchissima fin dal concorso, il cuore pulsante del festival: 20 film che come sempre fanno il giro del mondo tra gli autori più affermati e gli esordi da sottolineare. I nomi più attesi sono quelli dei fratelli Coen con Inside Llewyn Davis, dramma musicale sulla scena folk degli anni 60, James Gray, autore di culto tra i cinefili che con The Immigrant racconta lamour fou tra unimmigrata e uno sfruttatore, Roman Polanski che con La venus à la fourrure mette in scena la fascinazione erotica del cinema, Steven Soderbergh, di nuovo sugli schermi con Behind the Candelabra, storia damore tra il pianista Liberace e il suo giovane amante e Nicholas Winding Refn che torna con Ryan Gosling dopo Drive in Solo Dio perdona, storia di violenza e disperazione nel sudest asiatico.
Ma il parterre cinefilo è davvero ricchissimo, cominciando dallamato Paolo Sorrentino che ritrae Roma con forza felliniana ne La grande bellezza e spera di bissare il palmares di Gomorra; Valeria Bruni-Tedeschi è la seconda italiana in concorso, anche se il suo Chateau en Italie è un film più francese che nostrano. La Francia svetta, ovviamente con il Michael Kolhaas di Despallier, Jimmy P. di Desplechin, La vie dAdèle del grande Abdellatif Kechiche, e Jeune et Jolie di Frnçois Ozon, mentre gli amanti del cinema orientale possono consolarsi con Le passe di Asghar Farhadi (il regista di Una separazione), Tian zhu ding del maestro cinese Jia Zhang Ke (premiato a Venezia con Still Life) e poi le nuove opere di Koreeda e Miike, senza dimenticare i padri dellindie americano contemporaneo, Alexander Payne con Nebraska e Jim Jarmusch con i vampiri di Only Lovers Left Alive. Fuori concorso Le dernier des injustes, nuovo documentario del maestro Lanzmann (Shoah).
Ma la vera rivoluzione degli ultimi anni del Festival di Cannes è la forza che le sezioni collaterali hanno acquisito, non solo in nome del cinema di ricerca e sperimentazione che da sempre le sostenta, oppure di esordi da tenere docchio, ma dando loro un preciso indirizzo che possa crescere anche togliendo autori al concorso, quasi da formare dei concorsi e dei festival paralleli.
Per esempio, Un certain regard sarà aperto The Bling Ring di Sofia Coppola, che più di un osservatore dava in concorso, storia di adolescenti problematiche con Emma Watson e vede la presenza di Miele, ottimo esordio alla regia di Valeria Golino sul tema del suicidio assistito, As I Lay Dying, nuova sperimentazione registica di James Franco, e il nuovo film di Lav Diaz, regista filippino noto per le opere fluviali che qui costeggia il thriller lungo più di 4 ore di esperienza cinematografica.
Cannes, dopo 66 anni, conferma sempre più la capacità non solo di essere vetrina tra le più importanti, grazie anche agli spazi di incontro per produttori e distributori, ma soprattutto di incarnare il cinema come straordinaria macchina che può mettere insieme spettacolo, sogno, riflessione, impegno e ricerca di una bellezza che vada oltre gli steccati geografici e narrativi e diventi momento di comprensione di cosa possa essere il cinema e dove possa arrivare, ridefinendo di continuo il rapporto con quegli spettatori che al grande schermo non sanno rinunciare.