“Soldi sporchi” era il titolo della puntata di ieri sera 9 settembre di Presa Diretta. Si è parlato in particolare dell’attività dei prestanome e il primo servizio è stato dedicato al senatore Giuseppe Ciarrapico, imprenditore che secondo la Guardia di Finanza avrebbe intestato un vero e proprio impero ai suoi prestanome, sfuggendo per anni a qualsiasi tipo di controllo da parte del fisco. Una volta incriminato Ciarrapico, insieme anche a suo figlio Tullio, la Finanza ha scoperto infatti che l’uomo risultava ufficialmente nullatenente. Il bar Rosati, ad esempio, all’interno del quale il senatore registrava regolarmente le sue interviste, risultava intestato a un certo Mauro Ballini, autista personale di Ciarrapico. E poi c’era il suo yacht personale, a nome di un pensionato ottantenne residente a Garbatella che, a suo dire, gli avrebbe concesso questo favore in segno di amicizia. Allo stesso pare fossero intestati anche la metà dei giornali di Ciarrapico. Il Policlinico Casilino, poi, è l’ennesima attività di Ciarrapico non intestata a lui. Così venivano nascosti affari per milioni di euro, praticamente in tutta Roma. Il Policlinico, infatti, insieme alla clinica Quisisana costituiva un vero e proprio impero, in cui però tutto risultava essere intestato ad altri soggetti. Gli inviati di Presa Diretta sono andati personalmente a cercare alcuni di questi prestanome per intervistarli, ma molti di loro erano stati preventivamente avvertiti e hanno preferito non farsi trovare per non avere problemi. Ma c’è di più, perché Ciarrapico è stato riconosciuto responsabile anche del crollo del Banco Ambrosiano, uno dei peggiori della storia. Oggi, a distanza di vent’anni dal fatto, i piccoli risparmiatori sono ancora in attesa di un risarcimento.Ospite della serata è stato Roberto Saviano, che ha voluto iniziare il suo discorso dalla condanna di Silvio Berlusconi, prendendo spunto innanzitutto dalla constatazione che troppo poco spazio si è dato alle motivazioni che ne sono state alla base, cioè l’evasione per milioni di euro e la creazione di fondi neri. Spostando il discorso sulla politica, dunque, si è persa un po’ di vista la gravità dei fatti. Per questo in tale processo non si può non vedere un meccanismo che così innescato va a soffocare l’economia. Sono stati infatti utilizzati determinati canali per influenzare il mercato. Se si usano tali strade, ha fatto notare Saviano, non sarà mai il migliore, ma sempre e solo il più furbo a vincere, a discapito della libera concorrenza. Roberto Saviano fu il primo a parlare, anzi a scrivere di un’operazione chiamata Serpe. Tutto iniziò da una serie di arresti di alcune persone che avevano messo su una finanziaria illegale per proporre agli imprenditori del nord-est quei soldi che le banche ormai negavano loro, pretendendo poi naturalmente dei tassi molto elevati. La società si chiamava Aspide e faceva capo a Mario Crisci. Per chi non pagava, scattavano immediatamente percosse, rapimenti e minacce rivolte a tutti i componenti della famiglia. Centinaia sono state le vittime, per lo più piccoli imprenditori, che per paura non hanno mai trovato la forza di denunciare. Alcuni di loro, addirittura sono stati portati al suicidio. Oltre a favorire l’evasione fiscale, si andavano a riciclare anche i fondi neri degli evasori e con i ricavati si era arrivati a finanziare persino il traffico di droga. 20 anni di prigione sono stati dati a Mario Crisci e, come per lui, anche per il suo braccio destro è arrivata la stessa condanna. Dopo il servizio di approfondimento si è tornati in studio per commentare insieme a Saviano. Le organizzazioni criminali, è evidente, non fanno altro che andare a riempire il vuoto lasciato dalle banche, dalle quali si vedono togliere all’improvviso il credito. Accade così che ci si inizia a rivolgere altrove per ottenere quella liquidità. A quanto pare, però, le stesse banche si dimostrano spesso piuttosto accondiscendenti con tali organizzazioni, semplicemente perché queste ultime portano la liquidità. Banca e camorra sono normalmente concorrenti, ma quando arriva la crisi, ha spiegato Saviano, le stesse si alleano. L’organizzazione criminale ha come scopo quello di distruggere l’azienda dell’imprenditore, che diventa semplicemente un passaggio per riciclare denaro. Capita a volte che essi addirittura prendano l’azienda per lasciare però l’imprenditore a gestirla. Quest’ultimo, dal canto suo, è sedotto dall’evasione solo perché questa gli concede la possibilità di ottenere un certo capitale che può sfruttare in azienda. Si sta innescando un meccanismo, ha spiegato Saviano, per cui chi fa le cose in modo legale diventa un perdente sul mercato. A fare le spese di tutto questo sono infatti proprio gli imprenditori sani che spesso chiedono denaro a usura per poter pagare le tasse. La criminalità organizzata, inoltre, ha una visione molto chiara di quella che è l’economia del nostro Paese e di quanto accadrà in un prossimo futuro.
Intanto a Mantova cosa succede? Solo per fare un esempio, l’Hotel La Contea di Nino Cauzzi, nel pieno dell’attività fino a pochi anni fa è ormai in totale abbandono. Questo era uno dei cinque alberghi di Cauzzi e tutto è stato ceduto in una sola notte, con la firma presso un notaio a favore del gruppo Catapano e senza ricevere in cambio neanche un euro. Così la holding si è appropriata dell’albergo e lo ha portato rapidamente alla distruzione. Eppure i fratelli Catapano, prima che venissero indagati, erano considerati da tutti dei grandi imprenditori, che avevano qualche decina di società e vivevano in una villa vicino Napoli. Il fatto era però che queste società erano intestate a dei prestanome. Così i fratelli sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta.In conclusione, quello che si dovrebbe auspicare, secondo Saviano, è un maggiore riconoscimento per gli imprenditori onesti, dando loro più ampie possibilità per farsi valere.