La lunga serialità, si sa, ha i suoi pro e i suoi contro. Lo hanno dimostrato questanno I Cesaroni che, nel corso della loro sesta stagione, hanno smesso di essere uno dei programmi di punta del palinsesto autunnale di Canale 5. Con le uscite di scena di Matteo Branciamore, Alessandra Mastronardi ed Elena Sofia Ricci, le vicende sentimentali alla Garbatella hanno smesso progressivamente di appassionare il pubblico. Il risultato di un tale disamore è stato il flop di ascolti de I Cesaroni 6, che si sono assestati su una media del 13% di share con dei picchi negativi vicino all11%. Cè da dire che la rete Mediaset ha fatto di tutto per limitare i danni, proponendo al pubblico un doppio appuntamento con la fiction ed operando uno strategico cambio di programmazione dalla domenica al mercoledì. Peccato che questa strategia abbia funzionato solo verso il finale. Lultima puntata della fiction ha segnato il suo miglior risultato stagionale con il 17,2 % di share e 4.132.000 spettatori, battendo anche laccanita concorrenza di Chi lha visto fermo al 14, 95 % (3.418.000 telespettatori) e de Le Iene. Ma i dati dellultima puntata basterebbero a giustificare il rinnovo di una serie che ha dimostrato nel corso della puntata una certa ripetitività della trama e una forte mancanza di freschezza? Qualità del prodotto a parte, sono gli stessi numeri ad andare contro lipotesi di un rinnovo della serie. Il decantato successo di ieri sera si riduce a dei dati auditel perfino inferiori a quelli dellanno scorso, quando I Cesaroni 5 perdevano il confronto con il Tale e Quale Show di Carlo Conti con 4,8 milioni di telespettatori e uno share pari al 17,7 %. Nel 2012, tuttavia, la fiction si è anche imposta diverse volte il venerdì sera con uno share che oscillava tra il 24 e il 27 per cento. Certo, siamo lontani anni luce dai 7 milioni di telespettatori del 2009 o dal 32 % di share del 2008 quando I Cesaroni erano al vertice dellinteresse pubblico e la storia damore tra Marco ed Eva teneva milioni di adolescenti con il fiato sospeso. Allepoca della prima stagione, nel 2006, i fan scrivevano sui forum che si trattava della migliore fiction di tutti i tempi mentre oggi, attraverso i social newtork, Facebook e Twitter, dedicano migliaia di post alla loro delusione per la prevedibilità della trama e la mancanza di tensione e di personaggi che siano allaltezza delle loro aspettative. A nulla sono valsi lentrata in scena di un belloccio come Tersigni, il suo rapporto di amore/odio, la scoperta dellomosessualità di Annibale o la confusione sentimentale di Giulio. Ad oggi ai Cesaroni può essere riconosciuto un solo merito: lattenzione riservata ai social. La redazione della fiction ha orchestrato alla perfezione la gestione dellaccount Twitter, Facebook e Instagram della serie, creando un vero e proprio evento intorno ad ogni puntata. Il boom di tweet che seguiva ogni episodio sono una diretta conseguenza di questo lavoro sui moderni strumenti di comunicazione e hanno invogliato ancor di più il pubblico più giovane ad interagire con i protagonisti della fiction. I Cesaroni meritano dunque unaltra chance? Secondo i numeri e noi addetti ai lavori si tratterebbe di un accanimento terapeutico che andrebbe solo a discapito di qualche nuovo prodotto pronto ad emergere. Ai social e a Mediaset lultima sentenza