Su Rai Movie, a partire dalle 21.10 di mercoledì 12 febbraio, andrà in onda Il bambino d’oro. Si tratta di una pellicola diretta nel 1986 da Michael Ritchie, regista già messosi in evidenza con Fletch – Un colpo da prima pagina, in cui aveva diretto Chevy Chase e che si sarebbe distinto nel 1988 con Lo strizzacervelli, con la straordinaria coppia formata da Walter Matthau e Dan Aykroyd. Il bambino d’oro (titolo originale The golden child), è un film della durata di circa novantaquattro minuti, la cui trama è evidentemente tagliata su misura per Eddie Murphy, radunando in un solo copione commedia, elementi del cinema fantastico e molta azione. Il centro della vicenda è Chandler Jarrell (Eddie Murphy) un investigatore privato che si è specializzato nel corso delle sue indagini nel recupero di bambini che sono scomparsi o che sono stati rapiti. Quando scopre il cadavere di Cheryl, una ragazza che era stato incaricato di ritrovare, entra in contatto con una donna orientale, Kee Nang (interpretata da Charlotte Lewis), la quale lo incuriosisce enormemente, affermando che proprio lui sarebbe il prescelto, in base a una antica credenza di una setta orientale. In questa veste, viene perciò incaricato di una missione del tutto particolare; andare in Tibet e attivarsi al fine di ritrovare il cosiddetto bambino perfetto. Con questo nome, è stato infatti designato un giovanissimo monaco buddista dotato di poteri assolutamente straordinari, che in quanto tale vedrebbe la luce soltanto ogni mille generazioni e considerato depositario di armonia e pace. Poteri talmente estesi che hanno spinto Sardo Numspa (interpretato da Charles Dance) a rapirlo in modo da penetrarne l’essenza e poterne disporre a sua volta. Dopo aver caratterizzato con un grande e giustificato scetticismo il suo atteggiamento iniziale di fronte ad avvenimenti che non riesce a spiegare, con il trascorrere del tempo il detective statunitense si convince sulla effettiva esistenza di potenti forze magiche, con cui è infine chiamato a confrontarsi nel finale.Il bambino d’oro è una pellicola chiaramente costruita per mettere in risalto le doti istrioniche di Eddie Murphy e le sue straordinarie qualità comiche. La vicenda procede tra gag leggermente forzate e una serie di scene di azione che però riescono a giovarsi non poco del tono chiaramente ironico che le caratterizza. Non siamo sicuramente sui livelli di pellicole come 48 ore, Una poltrona per due o Beverly Hills Cop, le precedenti opere che all’inizio degli anni ’80 avevano segnalato la straordinaria verve comica dell’attore newyorchese, in quanto manca un vero e proprio plot in grado di sostenerle. Il film si rivela quindi abbastanza squilibrato e si riduce ad una sequenza di scene più o meno divertenti, che sembrano però slegate tra di loro, tradendo alla fine anche una premessa abbastanza promettente. Proprio per questo motivo, il film ha ottenuto critiche non esaltanti dalla critica specializzata ed è quindi considerato un episodio minore nella carriera di Eddie Murphy. Resta comunque una pellicola che può far trascorrere in assoluta distensione la canonica ora e mezza in cui si sviluppa e regalare discreti motivi di interesse, soprattutto agli appassionati del cinema comico.