Nella puntata di lunedì 29 settembre 2014 della trasmissione Storie Vere condotta da Eleonora Daniele, si parla di Cattivi ragazzi e cattive ragazze e in particolare del sempre più divagante fenomeno del bullismo. In studio ci sono Alessandro Melluzzi, Costanza Esclapan direttore comunicazione relazione esterne della Rai e la dirigente della IV squadra mobile di Roma Nunzia Alessandra Schilirò. Nel corso della puntata verranno presentate le storie di alcuni ragazzi e ragazze che sono stati vittima di bullismo da parte dei propri compagni di scuola e che per questo hanno avuto problemi soprattutto di natura psicologico che purtroppo in alcuni casi ha comportato la decisione di arrivare a soluzione estreme come quelle del suicidio. Si parte con un servizio che racconta dellepisodio di stalking di cui sono stati vittima due studenti. Uno di loro è stato aggredito con violenza da un gruppo di ragazzi con uno di loro che tra le altre cose ha ripreso il tutto con il telefonino per poi mettere in rete il video per deridere ulteriormente la vittima. Parla lavvocato della famiglia che racconta della persecuzione che hanno subiti i propri assistiti e di come la scuola abbia preso delle sanzioni piuttosto blande che aumentano nei ragazzi vittima di questi episodi ulteriormente lo sconforto ed il senso di impotenza. I ragazzi alla fine sono stati costretti a cambiare scuola. In studio cè una mamma che racconta del malessere del figlio che ogni giorno trovava una scusa per non andare a scuola, il che lha portata anche a riprenderlo in maniera piuttosto dura. Un giorno il figlio si è fatto coraggio e le ha raccontato tutte le angherie che stava subendo da ragazzi e ragazze della propria scuola. La mamma ne ha parlato con i professori che lhanno tranquillizzato convincendola nel non cambiare scuola ma purtroppo la situazione è andata aggravandosi sempre di più con continue telefonate che facevano anche a casa loro con voci femminili che tentavano di prenderlo in giro proponendogli incontri a sfondo sessuale e quantaltro. Il figlio ha confessato alla madre che nonostante le denunce la situazione non è migliorata e di avere voglia di farla finita con la vita. La mamma rimarca come il figlio le abbia chiesto di poter andare a vivere dalla nonna oppure di cambiare città. Viene raccontata la storia di un altro ragazzo ossessionato e tormentato da altri ragazzi che tra laltro riprendevano tutto quello che gli facevano per poi caricare i video sul web. Altra storia che vede una madre raccontare della vicenda di cui è rimasta vittima la figlia quindicenne Veronica (altro nome fittizio). Veronica è stata presa di mira da un gruppo di ragazze che nonostante la denuncia e quantaltro continuavano a minacciarle, anche passando sotto il portone della loro casa. Anna vuole giustizia e inoltre che essa possa essere avviata in tempi molto stretti anche perché mentre queste persone sono libere di andare in giro, la figlia si è rinchiusa in casa ed è vittima di attacchi di ansia e di panico. La giornalista Moira Di Mario presente in studio parla di un altro caso avvenuto a Roma negli ultimi giorni in cui il padre di una ragazza è stato costretto suo malgrado ad avvisare di tutta fretta i carabinieri ed il 118 dellaggressione nei confronti della figlia avvenuta davanti alla scuola da parte di altre ragazze e di come poi sia stata costretta al pronto soccorso. Quindi si parla del caso di Bollate con il video messo sul web nel quale una ragazza aspetta alluscita di scuola unaltra ragazza per malmenarla con calci e quantaltro davanti allindifferenza di tanti compagni di scuola. Viene mandato in onda un servizio che parla di Diego che era stato vittima di bullismo psicologico per il fatto di portare un paio di pantaloni di colore rosa. Bullismo che poi lo ha portato alla drammatica scelta di farla finita suicidandosi. Quindi è la volta del servizio su quello che accadde alla quattordicenne Lorena Cultrara uccisa da tre ragazzi a cui aveva rivelato che uno di loro fosse il padre del bambino che portava in grembo. I ragazzi dopo averla uccisa buttarono il suo corpo in un pozzo. Il fatto risale al 2008. Infine, lagente Schilirò rimarca come la polizia sia molto attiva per combattere il Cyberbullismo che è ormai un reato a tutti gli effetti per cui perseguibile penalmente.