È pronta a sbarcare anche nei cinema italiani la commedia tedesca “Fuck you, prof!“, meritevole di aver incassato fino ad oggi l’esorbitante cifra di circa 60 milioni di euro nella paria di produzione. La pellicola, dai toni comici ed assolutamente irriverenti così come già il titolo stesso lascia suggerire, è stata diretta da Bora Dagketin ed è già attualmente possibile visualizzare il trailer ufficiale in lingua italiana, prodotto da Camimovie in collaborazione con medusa Film. Nei quasi due minuti di durata del trailer, già visualizzato da 300.000 persone, è già delineabile la trama principale del film con i personaggi che lo caratterizzano ma soprattutto i numerosi schetch comici che vivacizzano l’andamento della storia. Questa narra le vicende di Charlie, ex-carcerato appena uscito di prigione il cui scopo principale è quello di riuscire a ritirare i soldi precedentemente rubati per mano dell’amico Zeki Müller ed ora situati sotto la palestra scolastica dell’istituto superiore Goethe. Per porre rimedio alla sfortuna voluta dal caso, l’unica soluzione possibile risulta per Charlie quella di lavorare come insegnante alla scuola per poter così di notte scavare nel tentativo di recuperare la fortuna perduta.
Da questa improbabile assunzione di ruolo nascono quindi una moltitudine di situazioni comiche dovute all’incapacità di Charlie di relazionare i suoi modi rozzi con la frenesia tipica degli studenti di una classe delle superiori. A ciò va poi aggiunta la fondamentale presenza di Lisi, collega del protagonista, il cui temperamento è nettamente differente ma tuttavia in grado di far sbocciare l’amore tra i due, almeno fino a che il vero obbiettivo di Charlie rimarrà segreto. Una revisione, quindi, del tanto discusso rapporto fra studenti e professori già analizzato in altre pellicole (come ad esempio “l’attimo fuggente”) e qui interpretato sotto una chiave assolutamente originale ed ironica in grado comunque di sottintendere una morale conclusiva. A differenza degli altri paesi in cui verrà distribuito, fra l’altro, in Italia esso potrebbe generare (ed in realtà è già accaduto) interessanti parallelismi con il sistema scolastico che sarà in futuro in vigore nella penisola italiana con la riforma della Buona Scuola promossa dal governo Renzi.