Sotto Copertura/ Fiction Rai 1, il commento al gran finale: l’intervista a Guido Caprino, il pubblico soddisfatto (ultima puntata 3 novembre 2015)

- La Redazione

Sotto copertura, il commento all’ultima puntata della miniserie in onda su Rai 1: il finale che ha visto l’arresto di Antonio Iovine. Pubblico soddisfatto, l’intervista a Guido Caprino

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Il grande successo di Sotto Copertura, la miniserie che si è conclusa ieri sera su Rai 1, è stato scritto e confermato sia dall’affetto che il pubblico ha dimostrato sia dagli ascolti ottenuti dal prodotto televisivo diretto da Giulio Manfredonia. Guido Caprino nella fiction ha preso i panni del boss dei Casalesi, Antonio Iovine, e in un’intervista esclusiva a Vanity Fair ha confessato che trovandosi a preparare le scene non ha mai desiderato rendere una caricatura del personaggio stesso. “Sono partito da una delle poche immagini reali che si hanno: la scena dell’arresto, dal sorriso che ha mentre lo ammanettano. È un uomo che ha fatto una scelta forte” spiega “e deve fare i conti con tutto quello che ne consegue…”. Quando gli è stato chiesto che cosa si porta dietro dopo aver interpretato questo ruolo, Caprino ha risposto “Di ogni lavoro mi porto sempre dietro l’esperienza umana, i periodi vissuti sul set, i bei ricordi, i rapporti che si creano”.

Sotto Copertura, la mini fiction di Raiuno che ha raccontato i fatti riguardanti l’arresto del boss Antonio Iovine, ha colpito positivamente il pubblico che ha apprezzato non solo la bravura degli attori ma anche la scelta di raccontare tutto, senza tralasciare alcun dettaglio. Un successo meritato quello di “Sotto copertura” che è riuscito a conquistare milioni di telespettatori che, su Twitter, hanno ringraziato la Rai per aver trasmesso la vera realtà della camorra. “Bellissima mini fiction dove racconta la storia vera della camorra…”, “Veramente complimenti, fiction all’altezza di una storia vera. Grandi attori”, “Un film ben riuscito ti emoziona anche se sai già come finisce. Bravi tutti e grazie per aver ricordato che sperare, si deve”, “Sotto Copertura ‘per questo riesco a resistere in quella stanza dove a te ti manca l’aria, perché un domani voglio respirare aria pulita’”, “Mi avete colpito per la vostra bravura e per i sentimenti che mi avete fatto provare!”, “Da cittadino di Casal di Principe non posso che ringraziare il regista! L’onesta intellettuale dimostrata non era scontata”, si legge sui social.

Su Rai 1 si è chiusa la miniserie “Sotto copertura” ispirata a fatti veri riguardanti l’arresto del boss Antonio Iovine. Sicuramente la storia è stata appassionante e ben interpretata. Vedere la squadra di Romano arrivare alla cattura dell’uomo seguito per tanto tempo e sacrifici e contemporaneamente osservare la “liberazione” di Anna, fino alla possibilità per lei di vivere un amore vero è piaciuto al pubblico, che sarà rimasto sicuramente incollato allo schermo. Se il filone principale è stato quindi molto interessante, forse un po’ meno lo sono state le storie “di contorno” degli uomini di Romano. In certi casi fin troppo solamente accennate e poco approfondite. Ovviamente anche per necessità di spazio, ma forse a questo punto si poteva pensare a un’unica puntata o a una piccola serie, magari di quattro puntate per far emergere altri aspetti interessanti dei personaggi secondari. Anche se questo sarebbe stato poco in linea con il tipo di prodotto che non richiede un sequel e “l’affezionarsi” del pubblico alle persone che vede in scena.

Sono sembrate azzeccate anche le musiche, tranne forse in un’occasione in cui è stata scelta una canzone in lingua inglese. Una piccola notazione finale va fatta per la scelta di un solo break pubblicitario: forse sarebbe stato opportuno un altro blocco pubblicitario, anche se qualcuno avrà apprezzato una visione poco interrotta.





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