Si chiude con 16 milioni di euro raccolti il Telethon show, andato in onda in diretta su Rai Uno il 18 dicembre. Una cifra che non fa ben sperare di poter superare quella conclusiva di 31 milioni di euro raggiunta nel 2014. Il trend di donazione non sembra dunque positivo anche se la raccolta fondi a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare continua anche il 19 e 20 dicembre in vari programmi Rai. Il Telethon show, condotto da Fabrizio Frizzi, Federica Sciarelli e Federico Russo, ha invece emozionato molto gli italiani, che si sono scatenati con i commenti su Twitter. Non solo messaggi di solidarietà e sostegno a chi combatte contro malattie ancora inguaribili, sono stati postati con l’hastag #nonmiarrendo anche tanti tweet di incoraggiamento a fare una donazione. Post che hanno accompagnato sul social network le tante storie raccontate in studio da malati coraggiosi che non si sono arresi di fronte a malattie sconosciute e senza cura e che hanno cercato di affrontare con il sorriso e la speranza la loro condizione. A testimoniare come si possa convivere con malattia grave sono stati sia adulti che bambini: toccante è stata la storia di Emanuele, un bambino di 3 anni che non può camminare né parlare né sentire ma che sorride. Le emozioni sono state visibili sui volti dei tanti testimonial che hanno deciso di partecipare allo show: dai cantanti Mario Biondi, Pupo, Paolo Belli, Gianna Nannini, Il Volo, Massimo Ranieri, Peppino di Capri agli attori Christiane Filangieri, Lillo e Greg passando per il calciatore Radja Nainggolan. Tutti hanno fatto appello agli italiani a donare: la ricerca sulle malattie rare è fondamentale per trovare in futuro delle cure attualmente sconosciute e ne è una prova l’annuncio fatto in questi giorni dalla Fondazione Telethon di essere vicina a una soluzione per l’emofilia. E proprio al Telethon show hanno testimoniato Salvo, Roberto, Gianluca, Simone, Alberto, cinque malati di emofilia che hanno corso i 42 km della Maratona di New York, riuscendo a tagliare il traguardo.