Dario Fo, che domani torna in tv su Rai 5 con il primo di una serie di spettacoli dedicato all’arte, analizza la comicità di oggi e le reazioni del pubblico a questa in un’intervista su Ilfattoquotidiano.it. Il premio Nobel per la Letteratura parte dalle battute infelici di Alessandro Siani all’ultimo Festival di Sanremo per ricordare come il grottesco nasca dal tragico e si esprime così sulla kermesse canora: “A Sanremo le cose sono messe lì apposta perchè non ci sia fremito. Il Festival è fatto di convenzioni accettate, non cè stupore”. Ma è parlando del pubblico, quello che ogni sera si siede davanti alla tv, che Dario Fo dipince il quadro più tragico: “Voglio dire che il pubblico di oggi è stato addormentato, drogato pian piano dalle banalità, dallodio, dal sentirsi impotente di fronte ai lazzi del potere. Il potere gestisce, promette, racconta favole e tu vedi un sacco di gente che ha già subìto lo stesso trattamento, che ha già sofferto di menzogne e che pure torna ad accettare la menzogna come fosse un piacevole trastullo”. Fo conosce bene i tempi di crisi, avendo vissuto in prima persona la seconda guerra mondiale e ciò che ne seguì, eppure l’attore e regista teatrale riesce a trovare una grossa differenza tra la sua epoca e la nostra: “Io ho vissuto una situazione analoga alla fine della guerra. Cera moltissima gente disperata, costretta a svendere la propria casa a qualche furbetto per limpossibilità di ricostruirla o di restaurarla dopo le bombe. La crisi era spaventosa. Eppure quando andavi a fare uno spettacolo e toccavi certi punti la gente esplodeva”.