Durante la puntata di “Chi l’ha visto?” andata in onda ieri su Rai Tre è stato mostrato lo screenshot di una conversazione su Whatsapp inviata da uno spettatore rimasto anonimo. Il testo, che fornirebbe preziosi dettagli sulla morte dello studente Domenico Maurantonio precipitato dal quinto piano di un albergo a Milano, è stato però definito “inattendibile” dagli inquirenti che stanno indagando sul caso. Troppi i dubbi sul testo che sembra essere stato creato ad arte. Ma perché diffondere un falso messaggio del genere?
Nella puntata di mercoledì 20 maggio 2015 della trasmissione di approfondimento Chi l’ha visto? condotta su Rai Tre da Federica Sciarelli si parla di diversi casi di cronaca. Vengono forniti aggiornamenti sui casi di Yara Gambirasio, del clochard picchiato, si riparla anche del presunto omicidio di Guerrina Piscaglia con l’ipotesi di violazione del segreto istruttorio. La rivelazione più scioccante riguarda però il caso dello studente Domenico Maurantonio. Infine il caso di Marco Vannoni ucciso a Ladispoli. Oltre naturalmente agli appelli per i casi più recenti di scomparsa.
Si comincia con un servizio sul caso di Yara Gambirasio, tra due mesi infatti comincerà il processo all’imputato Massimo Bossetti: molti sono gli indizi che una buona difesa potrebbe anche smontare, ma c’è la prova del DNA sul corpo della ragazza. Viene presentato l’audio originale dell’interrogatorio di Bossetti che riafferma la sua innocenza. Per sgretolare la prova regina, quella del DNA, ha cercato di incolpare un suo collega, così il 27 aprile è stato rinviato a giudizio non solo per omicidio, ma anche per calunnia. Si sottolinea inoltre l’atteggiamento ambiguo della moglie, che in carcere sembra dubbiosa e lo incalza con le domande, mentre pubblicamente lo difende a spada tratta.
Grazie alla segnalazione di un telespettatore, la redazione si era occupata di un caso “invisibile”: il clochard Sasha, di cui solo un giornale on line aveva riferito. Ora sono stai incriminati sei ragazzi di Nola, tra cui tre minorenni che lo hanno insultato e pestato fino a spezzargli gambe e braccia. L’intervento della giornalista che, su segnalazione di un telespettatore, si era rivolta al sostituto procuratore di Nola ha avuto effetti positivi. Infatti aveva chiesto spiegazione su ragazzi incensurati che in un primo momento sarebbero stati sentiti sul fatto e rimandati a casa dopo una ramanzina. Nei giorni successivi sono stati indagati e incriminati. Ma nell’incriminazione si sottolinea che il loro non è stato un comportamento guidato dal razzismo. Secondo la Sciarelli qualcosa ancora non quadra.
A questo punto viene mandato in onda un appello per Vanessa Mele allontanatasi da casa a Bologna Lunedì scorso. Non è tornata dopo l’uscita dalla scuola. Immediate sono scattate le prime ricerche da parte della famiglia.
Si passa quindi al caso Guerrina Piscaglia la donna di Ca’ Raffaello ad Arezzo, di cui ancora non è stato trovato il corpo. Sempre su segnalazione di telespettatori della zona, si fa riferimento a una località impervia: “Ripa della Valenta”, che non è mai stata controllata; un giornalista, con il marito ispeziona la zona, poi la segnala ai carabinieri. C’è anche un appello di Mirko a padre Graziano. Nel servizio il difensore di Padre Graziano parla però di indagine a senso unico e cerca di smontare gli indizi a carico del suo cliente. Intanto si apprende, dalle rivelazioni di un’albergatrice, che padre Graziano si sarebbe presentato non come prete, ma come insegnante e come tale avrebbe frequentato una sua conoscente. Rivelazioni anche sull’sms inviato da Guerrina a un prete conosciuto solo da padre Graziano. Su questo punto ci sarebbe una violazione del segreto d’ufficio: qualcuno avrebbe informato il vescovo di Arezzo dei sospetti degli inquirenti sul messaggio. Lo stesso vescovo avrebbe autorizzato padre Faustino a parlarne a padre Graziano, permettendogli di prepararsi una spiegazione.
Appello per Alessio Brenci 18 anni da Villanova Guidonia, scomparso oggi verso le tredici; e per Maria Patrone di 75 anni, scomparsa domenica durante una passeggiata da Piampaludo in provincia di Savona: potrebbe aver perso il senso dell’orientamento.
Viene lanciato un servizio sul caso di Stefano Masala, descritto come semplice, generoso, scomparso dal centro del paese di Nule la cui auto è stata trovata bruciata. Sarebbe la stessa auto usata per compiere l’omicidio di Gianluca Monni. Un caso che sembrava vicino alla soluzione, ma che si è un po’ avvitato su sé stesso. Appello del padre e dello zio che sperano ancora che sia vivo e che si nasconda, per paura di essere sgridato dai familiari per aver fornito l’auto agli assassini.
Interviene il fratello di Emanuela Orlando che annuncia l’opposizione alla richiesta di archiviazione, richiesta presentata senza la firma del magistrato che ha per anni seguito il caso.
Ma la rivelazione più inquietante riguarda il caso di Domenico Maurantonio, lo studente precipitato da un albergo, mentre era in gita scolastica. Viene mostrata una conversazione su whatsapp scovata in rete da un telespettatore, nella quale sembra che un dipendente dell’albergo riferisca di un incredibile gioco tra i liceali in gita, che avrebbe causato la morte del povero ragazzo. L’appello e rivolto a chi avrebbe scritto questa conversazione: se è uno scherzo di pessimo gusto venga rivelato. In caso contrario saranno gli inquirenti ad indagare su chi ha pubblicato queste informazioni.
Verso il termine della puntata viene presentato il caso insoluto dell’assassinio di Flavio Simmi, giovane padre di due gemelli, ferito in un primo attentato nel febbraio del 2011 e ucciso in un secondo agguato il 5 luglio dello stesso anno. Avrebbe rivelato in nome dell’attentatore: un suo amico di vecchia data mosso da un profondo risentimento. Vengono analizzati fotogrammi del momento dell’attentato e il comportamento di alcuni testimoni presenti sulla scena.
Infine si parla della recente morte di Marco Vannoni deceduto misteriosamente a Ladispoli, colpito da un colpo di pistola a casa della fidanzata. Lasciano tante domande aperte le tre telefonate al 118 in cui prima si richiedeva l’intervento per un ragazzo che si era preso uno spavento, si è disdetta la richiesta per poi richiedere l’intervento qualche minuto più tardi.