Mercoledì sera Gianluigi Paragone ha condotto una nuova puntata del programma di politica ed economia La Gabbia. Il giornalista si è occupato questa sera di immigrazione, un tema scottante di questi giorni. L’Italia si trova a essere spaccata in due tra chi è favorevole ad accogliere e chi al contrario vuole chiudere le porte. Qualcuno pensa addirittura a un blocco navale per fermare gli sbarchi di immigrati. In una situazione di questo tipo si colloca la storia di Giulio, che nel suo albergo ha accolto 71 immigrati e così riesce a tenere in piedi la sua attività con i soldi che riceve per ognuno di loro. Peter Gomez, Gianluca Brambilla, imprenditore che ha il sogno proibito di andare a Palazzo Chigi e lo scrittore Giampiero Mughini si sono scambiati opinioni sull’argomento. Peter Gomez ha fatto notare che ci sono due milioni di siriani nei campi profughi e di certo non possiamo fermarli. L’unica possibilità dunque è quella di organizzarsi. Quando la guerra nel loro Paese finirà allora i profughi dovranno tornare a casa. Per quanto riguarda i clandestini e gli altri, invece, questi dovranno essere rimandati subito al loro Paese. Paragone ha mandato in onda alcune immagini che continuano a caratterizzare queste giornate in Europa. Si tratta degli scontri avvenuti in Ungheria. E’ evidente che anche la politica del confine di filo spinato non funziona, perché di fronte alla disperazione non si può fare proprio nulla. Intanto l’Italia si chiede se è giusto che la Lombardia vuole punire gli albergatori che ospitano gli immigrati. Mughini è assolutamente contrario e la ritiene una trovata elettorale e basta. Poi c’è la questione dell’appello del Papa affinchè le parrocchie ospitino gli immigrati. Pare che diversi sacerdoti non siano affatto d’accordo e ritengono che si debba prima risolvere il problema degli italiani. Alcuni propongono di usare le case vuote della Chiesa e di eliminare il fenomeno dell’accoglienza a pagamento gestita da sacerdoti. Brambilla ha spiegato che la guerra finanziaria è in corso e le banche centrali stampano moneta senza avere a disposizione la ricchezza relativa. A seguire, si è parlato di lavoro e degli schiavi italiani che muoiono per meno di 30 euro al giorno. Pullmann carichi di uomini e donne viaggiano tutti i giorni e arrivano nelle campagne del barese. I lavoratori spesso non sanno neanche per chi andranno a lavorare quando partono la mattina. Se si prova a chiedere loro quanto guadagnano rispondono tutti con la stessa frase, cioè che hanno appena iniziato a lavorare e non conoscono ancora la paga. Quel che è certo è che alla stessa va sottratta la percentuale che spetta al caporale, qualcuno dice 10 euro al giorno. Il guadagno mensile è di circa 600 euro. Alla fine è il caporale che decide se prendere o meno una persona, non è neanche il datore di lavoro. La discussione su questa situazione è nata in seguito alla morte della signora Paola, che è deceduta dopo aver lavorato nei campi per una giornata a 40 gradi. Perché questi lavoratori non si ribellano? Perchè quello è l’unico tipo di lavoro che possono trovare. Diego Fusaro si è aggiunto agli altri ospiti per discutere della tematica del lavoro. Egli ha detto che i migranti vengono utilizzati nella lotta di classe. Occorre scegliere se stare dalla parte dell’uomo e del lavoro, ha detto Fusaro, oppure della competitività. Questa seconda scelta, che è la storia di ciò che è accaduto dall”89 ad oggi, rischia di riportarci al Medioevo. Fusaro ha poi accusato Mughini di far parte di una generazione di falliti. Quest’ultimo ha fatto notare che l’esistenza di lavoratori pronti a tutto pur di avere 2,50 euro è ormai una realtà, che si affianca a quella delle aziende che delocalizzano per ridurre i costi della manodopera. Paragone ha fatto notare che se un pantalone si deve pagare a poco prezzo, è naturale che qualche lavoratore sia stato sfruttato per realizzarlo. Altra realtà è quella degli italiani che lavorano come camionisti con contratto romeno. Oltre ad essere un danno per lo Stato, questi contratti sono una beffa per i lavoratori, molti dei quali risiedono qui in Italia. Spesso queste persone sono licenziate e riassunte con questi contratti che danno meno tutele rispetto ai contratti normali. I lavoratori si trovano costretti ad accettare, perché l’alternativa sarebbe quella di trovarsi fuori dal mercato del lavoro. La paga italiana è di circa 2.200 euro, mentre il contratto romeno prevede circa 1800 euro al giorno. Ci sono poi anche i camionisti italiani che lavorano con contratto romeno e in Italia si dichiarano disoccupati, così percepiscono anche l’assegno dall’Inps. Non certo migliore è la situazione dei giovani stagisti che lavorano presso Ikea e guadagnano 600 euro al mese per 40 ore a settimana, con contratto part time. Eppure l’azienda non è affatto in crisi come vorrebbe far credere. Peter Gomez ha fatto notare come in Germania sia più facile fare accoglienza agli immigrati, in quanto il lavoro c’è anche per i tedeschi, quindi non si crea conflitto sociale. In Italia invece no. Abbiamo poi ascoltato un monologo di Fusaro che ha cercato di spiegare come, a suo avviso, Putin e la Russia siano da preferire a Obama e agli Stati Uniti per le politiche messe in atto, mentre Mughini ha voluto rispondere dicendo che anche lui sarebbe più morbido nei confronti di Putin, tuttavia ha detto di non condividere appieno il discorso di Fusaro. Per passare poi ai costi della politica, ecco un servizio su quanto costano agli italiani i voli di Matteo Renzi, che prende un aereo di Stato anche per andare a vedere una finale di tennis, annullando impegni importanti.
Repilca La Gabbia, puntata 17 settembre 2015: come vederla in video streaming – E possibile vedere la puntata de La Gabbia andata in onda mercoledì 16 settembre 2015 grazie al servizio di video streaming disponibile su Rivedila7, cliccando qui.