Da sempre Gennaro Nunziante fa coppia con Checco Zalone, l’attore che con il nuovo film Quo vado? ha stracciato ogni record di incassi. Autore del film e regista ne è anche questa volta Nunziante, figura poco appariscente ma che con l’attore pugliese ha formato un team formidabile. Sul settimanale Credere in edicola il regista si è concesso in una delle sue rare occasioni in una lunga intervista in cui ha raccontato la sua profonda fede cristiana e come è arrivato a questa meta dopo, dice, “un percorso molto doloroso”. Da ragazzo non era interessato all’esperienza cristiana: “Il mio è stato un percorso molto semplice basato, più che sulla meditazione di testi teologici, sull’osservazione della vita alla luce della fede. Ho iniziato così a fare un lavoro dentro di me, stando però molto attento a un concetto: spesso noi cattolici commettiamo l’errore di vantare una maggiore conoscenza presunta della vita. Una superiorità che sinceramente non so nemmeno dove sia di casa: io mi sento un ipocrita che si alza la mattina e chiede pietà di sé al Signore per la pochezza d’uomo che sono”. Nell’intervista parla anche del suo modo di intendere il cinema: “Per anni un certo cinema pseudo autoriale ci ha raccontato storie di amarezza e aridità. Io provengo da una famiglia povera e ho conosciuto il mondo dell’amarezza ma le assicuro che il finale è lieto perché il dolore ti segnala che devi cambiare qualcosa nella tua vita”. Dice il lieto fine dei suoi film è così perché “lo scopo della nostra vita è la gioia: “Il finale di una storia, lo vivo come un crocevia dove devo scegliere tra un’aggressione finale a un uomo oppure un abbraccio, all’insegna del “possiamo migliorare e cambiare insieme”.