Bruno Corona mette Marco alla prova in questa seconda puntata della miniserie Solo. Il giovane boss ha voglia di affermarsi nella scena criminale calabrese e non esita a ricorrere ai gesti estremi e corruzione. Dopo gli ultimi eventi successi, compreso il fallito attentato ai Gargano, Bruno fissa un appuntamento con Romito, il poliziotto corrotto che gli passa preziose informazioni. L’uomo però non si presenta all’appuntamento. Il boss ignora che Barbara, in un gesto estremo, ha ucciso il poliziotto per evitare che saltasse la copertura di Marco. Bruno mette il clan a conoscenza dei suoi sospetti sulla strana scomparsa di Romito, tra i suoi fedelissimi c’è una talpa della polizia e Romito ne conosceva il nome. Nel frattempo, l’uomo deve far fronte all’incendio di alcuni preziosi container della famiglia, la guerra contro i Gargano sta mettendo in pericolo i traffici della famiglia e questo non fa bene agli affari. A casa la situazione non è delle migliori e l’uomo ha l’ennesimo litigio con la sorella Agata. La ragazza alla fine va via ma Bruno costringe Marco a seguirla. Nonostante le ricerche di Romito non diano nessun esito, Antonio decide di affidare al figlio Bruno una delicata operazione di droga a Roma. Bruno deve incontrare un criminale soprannominato Il Turco e porta con sé anche Marco, mentre un uomo di Vincenzo scopre che il poliziotto aveva proprio dei sospetti sul nuovo guardaspalle. Durante il tragitto verso Roma, l’autista di Bruno capisce che una macchina li sta pedinando. Il futuro capo del clan Corona ordina al nuovo arrivato di scendere dall’auto e insieme allo zio si reca all’appuntamento per il carico di droga. Nonostante gli eventi degli ultimi giorni Bruno gestisce al meglio le trattative sul carico di droga e mette a disposizione il porto di Gioia Tauro per l’arrivo del prezioso carico da Ankara. I sospetti di Vincenzo non minano il buon umore di Bruno, che decide di festeggiare il buon esito della trattativa, andando a ballare. Marco lo raggiunge in discoteca e i due si chiariscono, nonostante il suo atteggiamento sospettoso, il giovane Corona crede alle parole del suo braccio destro a proposito della sua estraneità sulla comparsa di Romito. Bruno decide di attaccare nuovamente i Gargano, e riesce a uccidere un uomo della famiglia. Il boss incarica Marco e Santo di andare al porto di Gioia Tauro per prendere il primo carico di droga ma la polizia mette un posto di blocco. Per l’ennesima volta Vincenzo punta il dito contro Marco. Questa volta però interviene anche Antonio e Bruno è costretto a far perquisire la casa di Marco. Nonostante le rimostranze da parte di Agata, che viene minacciata dal fratello di fare la stessa fine della madre, Marco viene portato via. La fedeltà del nuovo arrivato va dimostrata non solo con le parole ma anche con i fatti e Bruno sottopone Marco a una prova molto difficile. L’agente sottocopertura è costretto ad uccidere Sasso a sangue freddo e solo in questo modo Bruno ha la certezza della sua fedeltà. Il boss e il suo seguito abbandonano il cadavere ma Sasso, che precedentemente aveva scoperto la vera identità di Marco, non è morto e nel finale riprende i sensi. Ora Bruno ha la certezza che Marco sia fedele al clan e l’idea di Antonio di fargli sposare Agata renderà il rapporto tra i due uomini ancora più pericoloso. L’unico della famiglia ad avere sospetti è lo zio Vincenzo, ma Bruno non lo ascolta. Che cosa farà il personaggio di Peppino Mazzotta dopo aver appurato la fedeltà di Marco? Ci saranno nuovi dubbi per lui?