Stasera, su Rai premium, alle 23.20, va in onda Autoritratti con uno speciale su Terence Hill, al secolo Mario Girotti è uno degli attori cinematografici e televisivi italiani più popolari e amati degli ultimi cinquant’anni. Nel corso della sua lunga carriera ha partecipato a circa 70 film, molti dei quali di grande successo di pubblico. Per il piccolo schermo ha offerto il suo volto a sei serie televisive tra cui la più celebre Don Matteo è ancora in corso dopo 16 anni dalla prima puntata. Terence Hill si è cimentato anche nella regia cinematografica dirigendo Don Camillo (1983), Lucky Luke (1991) e Botte di Natale (1994). Per la tv ha diretto Lucky Luke (1992), Doc West (2009) e Don Matteo (2010). L’attore ha svolto anche il ruolo di produttore in Org (1979) e Don Camillo (1983).
Mario Girotti è nato a Venezia il 29 marzo del 1939; la mamma è di origine tedesca mentre il padre è umbro. I primi anni di vita li trascorre in Sassonia, mentre dopo la fine della Seconda guerra mondiale si trasferisce con la famiglia ad Amelia in Umbria, il paese natio del padre. Il suo avvicinamento al mondo del cinema è quasi casuale. A soli 12 anni viene notato dal regista Dino Risi che gli offre una piccola parte nel film Vacanze col gangster del 1951. Questa prima esperienza non sarà ricordata positivamente dal giovane Girotti che intanto prosegue gli studi universitari e decide di fare l’attore per pagarsi il corso di Lettere e Filosofia. Lavora ancora con Risi nel film Il viale della speranza (1953), La vena d’oro di Mauro Bolognini (1954) e Gli sbandati di Francesco Maselli (1955). Altre partecipazioni importanti del giovane Mario Girotti sono i film La grande strada azzurra (1957) di Gillo Pontecorvo, Lazzarella (1958) e La spada e la croce (1959) di Carlo Ludovico Bragaglia. Il grande regista del neorealismo Luchino Visconti gli offre un piccolo ruolo nel capolavoro Il Gattopardo (1963) al fianco di Claudia Cardinale, Burt Lancaster e Alain Delon. Questo grande affresco contribuisce all’aumento della popolarità del giovane attore veneziano. Anche la tv regala a Mario Girotti lavori e fama. L’attore collabora con volti noti come Claudio Villa, Aldo Fabrizi e Renato Rascel. Nel 1967 dopo l’improvviso e clamoroso successo del genere ‘spaghetti western’ inaugurato dai film di Sergio Leone, l’attore decise di cambiare il proprio nome in Terence Hill.
I primi film come Terence Hill furono di grande successo al botteghino come Dio perdona….io no! (1967) di Giuseppe Colizzi e Preparati la bara (1968) di Ferdinando Baldi. La svolta arriva però nel 1971 con il western Lo chiamavano Trinità diretto da Enzo Barboni in cui Terence Hill lavora in coppia con l’ex campione di nuoto Carlo Pedersoli in arte Bud Spencer. La pellicola ottiene un enorme successo di pubblico e di critica grazie anche all’efficacia della nuova coppia di attori del grande schermo. Dopo questo cult movie Terence Hill e Bud Spencer gireranno 18 film insieme consolidando il sodalizio artistico ricco di battute, scazzottate e momenti di grande comicità. A metà degli anni ’70 Terence Hill è uno degli attori più amati e famosi del cinema italiano grazie a Continuavamo a chiamarlo Trinità (1971), Più forte ragazzi (1972), Altrimenti ci arrabbiamo (1973), Porgi l’altra guancia (1974) e Un genio, due compari, un pollo (1975), Pari e dispari (1978) e Io sto con gli ippopotami (1979). Il grande successo dei film interpretati da Terence Hill e Bud Spencer sembra inarrestabile e alcune pellicole vengono girate anche negli Stati Uniti come Poliziotto superpiù (1980), Chi trova un amico, trova un tesoro (1981), Nati con la camicia (1983), Miami supercops (1986) e Renegade, un osso troppo duro (1987). Improvvisamente i gusti del grande pubblico cambiano e i film di Hill e Spencer non incassano come ai vecchi tempi. La fine del ciclo avviene proprio con Miami Supercops, ultimo film girato insieme dai due attori. Se la carriera cinematografica di Terence Hill conosce una forte crisi (gli ultimi due film sono Botte di Natale (1994) e Potenza virtuale (1997), l’attore con grande umiltà sceglie di lavorare per la televisione che gli offre dei personaggi completamente diversi. Grazie al piccolo schermo la carriera artistica di Terence Hill conosce una seconda vita. La sua interpretazione del prete Don Matteo (dal Duemila ad oggi) gli ha ridato il grande successo e l’enorme popolarità che aveva all’inizio degli anni ’70.