Ha fatto discutere la storia che arriva dalla Sicilia, da Palermo, di Emanuele, un ragazzo gay che per la sua omosessualità non è stato accettato dal padre Salvatore che è arrivato ad augurargli la morte. La storia è stata raccontata lo scorso gennaio nella trasmissione C’è posta per te condotta su Canale 5 da Maria De Filippi: il programma va in onda stasera con un ‘Best of’ ed è molto probabile che tra i servizi riproposti ci sia anche questo. Alla fine dello scorso anno Salvatore è stato cacciato di casa dalla moglie Tania quando non ha accettato l’omosessualità del figlio. Salvatore decide quindi di rendere pubblico quello che è accaduto nella sua famiglia per cercare di tornare a casa: “Sono un uomo disperato perché un mese fa mia moglie mi ha cacciato di casa dicendomi ‘Se non accetti nostro figlio te ne devi andare via’. Io avevo scoperto che mio figlio era gay e gli avevo scritto degli sms in cui gli dicevo ‘Non ti voglio più vedere, per me tu puoi anche morire’. Da un mese cerco di parlare si con mia moglie che con mio figlio ma loro non ne vogliono sapere. Sono pentito e voglio chiedere perdono. Voglio tornare a casa e a vivere con la mia famiglia”. Salvatore racconta ancora: “Ho una mentalità piuttosto all’antica e sono stato un po’ un marito padrone: mi aspettavo sempre tutto in ordine e la tavola apparecchiata e se non faceva quello che mi aspettavo mi rivolgevo a a lei alzando la voce anche se sono innamorato di lei. Ho sempre avuto il sospetto che Emanuele fosse gay ma ho sempre allontanato questo pensiero dalla testa. Quando parlavo con mia moglie le dicevo ‘Emanuele è strano’ ma lei mi rispondeva ‘E’ educato’. Avevano paura di dirmelo”. A 15 anni Emanuele ha deciso di andare a vivere con la nonna, dopo che il nonno era morto. A fine 2015 è stato organizzato un pranzo di famiglia proprio per dire a Salvatore che il figlio era omosessuale. E quel giorno Salvatore a inviato a Emanuele i messaggi che hanno scatenato la reazione della moglie Tania, dopo 22 anni di matrimonio, che spiega: “Volevo la famiglia ed è per questo che ho perso questa decisione prima. Anche io ho colpa, ma adesso basta. Se non avesse mandato quei messaggi a Emanuele forse Salvatore sarebbe ancora a casa. Provavo rabbia nei suoi confronti perché mi ha sempre trattata male”. E da parte sua Emanuele dice di essere felice ora che il padre non vive più in famiglia: “Non mi ha mai dato affetto né una carezza, non mi ha mai chiesto come andavo a scuola. Mi sono ritrovato a crescere con mia madre e i miei nonni. Non ne potevo più di fingere e recitare con lui, portavo una mia amica a casa e gli dicevo che era la mia ragazza e lui era felicissimo. Non gli piaceva che parlassi in italiano davanti alle persone”. E la storia non ha un lieto fine. Il ricongiungimento tra Salvatore, la moglie e il figlio non avviene: Tania ed Emanuele non ‘aprono’ la busta, classico gesto che nel programma significa voler perdonare e incontrare l’altra persona.