La pellicola in onda oggi su La 7 alle 21.30 è un film del 2005, diretto da Peter Segal: “L’altra sporca ultima meta” (titolo originale: The Longest Yard) è un remake di un film diretto nel 1974 da Robert Aldrich, noto in Italia come Quella sporca ultima meta.
Paul Crewe (Adam Sandler) è un ex-campione di football americano che dopo aver truccato una partita della propria squadra e aver litigato con la propria fidanzata, le ruba la macchina lanciandosi in una folle corsa che si conclude con il suo arresto. La successiva condanna lo conduce in una struttura penitenziaria texana, quella di Allenville. A dirigere il carcere è Warden Hazen (James Cromwell), il quale intende organizzare un match di football in cui saranno contrapposte le squadre formate da guardie di sorveglianza e detenuti. Proprio a lui il direttore chiede di organizzare la squadra dei carcerati e un suo primo rifiuto, motivato anche dal fatto che la squadra avversaria sarebbe formata da semi-professionisti, vede lo stesso Hazen minacciare un aumento di pena di altri cinque anni a suo danno, per una aggressione al capitano Knauer (William Fitchner). Crewe capisce però presto che il suo compito è estremamente difficile, anche a causa delle rivalità tra gruppi all’interno della struttura carceraria, che rende complicato costruire uno spirito di squadra. Il gruppo che si forma è sin dall’inizio caratterizzato da estrema disorganizzazione, subito notata da un’altra ex stella del football, Nate Scarborough (Burt Reynolds), il quale si propone come coach. Ai due si unisce anche Che-Ti-Serve (Chris Rock), l’uomo che provvede alle forniture dei detenuti e il gruppo può così mettersi all’opera per cercare di formare una squadra. La ricerca messa in piedi dalla coppia individua presto alcuni cardini della compagine, prescelti proprio per la loro aggressività. Mancano però atleti di colore e quando Crewe si attiva per stabilire un contatto con loro, trova un vero e proprio muro. È Deacon Moss (Michael Irvin) a rivelare il motivo di tanta ostilità, che risiede nella pessima fama di Crewe. Paul decide allora di sfidarlo in una partita di basket uno contro uno, con in palio la partecipazione del gruppo di Moss al team di football. L’ex giocatore viene sconfitto anche con il ricorso ad accorgimenti sleali, ma conquista l’apporto di Earl Megget (Nelly), il quale decide di mettersi a disposizione della squadra, in qualità di running back, ruolo in cui può sfruttare la grande velocità.I progressi fatti in allenamento vengono presto riferiti da Unger (David Patrick Kelly), uno dei detenuti, al capitano Knauer, il quale organizza una serie di manovre atte a far mettere Megget in isolamento. Tentativi che però provocano la decisione di Moss di mettere a disposizione di Crewe anche il resto del gruppo dei detenuti di colore. Le manovre delle due parti portano quindi ad una vera e propria escalation di violenza, al termine della quale Che-Ti-Serve viene ucciso casualmente da una bomba messa da Unger nella cella di Crewe.Finalmente arriva la gara e nelle prime fasi le guardie riescono ad avere la meglio, anche perché i detenuti pensano più alla vendetta personale che al risultato. Crewe riesce però a convogliare l’aggressività verso l’obiettivo giusto, ovvero la vittoria. Nonostante un arbitraggio pilotato, i detenuti riescono così a chiudere in parità il primo tempo, provocando la rabbia di Hazen, il quale si spinge a minacciare l’ex giocatore di addossargli la responsabilità per l’omicidio di Che-Ti-Serve. Crewe decide allora di cedere, a patto che le guardie mostrino la necessaria lealtà. Quando però ciò non accade, Paul, che aveva nel frattempo lasciato il campo accampando un inesistente infortunio, decide di tornare a giocare e trascina i suoi compagni alla vittoria finale.Il finale vede Knauer riscattarsi, prima facendo sapere a Crewe che testimonierà a suo favore e poi rifiutandosi di sparargli su ordine del direttore del carcere, mentre sta recuperando la palla con cui si è disputata la gara.