Scopriamo qualche notizia in più sulla pellicola in onda oggi su alle ore 13.45, Mississipi Burning – Le radici dell’odio. La pellicola è ispirata a un fatto realmente accaduto nella contea di Neshoba (Mississippi), l’assassinio nel 1964 degli attivisti James Earl Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner. Come mostrato anche nell’opera di Parker, molti fra i cittadini della contea (sceriffo e vice in primis) formeranno un vero e proprio muro di omertà difficilmente valicabile, confermando il clima di ostilità che si respira a quei tempi nel sud degli Stati Uniti contro la popolazione di colore. Il film, ben recitato da tutti i protagonisti, apre dunque uno spiraglio su un periodo indubbiamente buio della storia americana, dal quale si comincia a uscire negli anni successivi anche grazie al coraggio e al sangue di molti fra attivisti e semplici cittadini.
La pellicola in onda oggi su Rai Movie alle 13.45 è un film del 1988, diretto da Alan Parker: Mississippi Burning – Le radici dell’odio. Tratto da fatti realmente accaduti, Mississippi Burning si avvale di un cast di prim’ordine, tra i quali spiccano un emergente Willem Dafoe, un cinico e intenso Gene Hackman e anche l’ex marine Ronald Lee Ermey, fresco del successo planetario ottenuto l’anno precedente con il ruolo del sergente maggiore Hartman nel kubrickiano Full Metal Jacket.
La vicenda ha inizio nella piccola contea di Jessup, nello stato del Mississippi, sud degli Stati Uniti. È il 1964, tutto il Paese è in fermento per via dell’emergente dibattito sulla questione razziale, in particolare per l’estensione del diritto di voto e all’istruzione per i cittadini di etnia afroamericana. A fare maggior resistenza a livello locale sono soprattutto le aree del sud degli Stati Uniti, restie ad accettare le prime indicazioni che cominciano a giungere dal governo centrale per garantire ai neri la parità di diritti e possibilità, e non nuove anche ad atti apertamente intimidatori contro i neri stessi. In quest’atmosfera così tesa tre attivisti per i diritti civili si recano a Jessup per convincere e aiutare la popolazione afroamericana ad iscriversi alle locali liste elettorali. Le loro parole sembrano avere un effetto positivo, finchè non scompaiono misteriosamente. L’agenzia federale, insospettita e conscia dell’atteggiamento spesso ostile di quelle aree verso gli afroamericani, invia due agenti a indagare sull’accaduto: il giovane Alan Ward (Willem Dafoe), progressista e ligio al dovere e sostenitore dell’azione in totale conformità con la legge, e il più anziano, ruvido e disincantato Rupert Anderson (Gene Hackman), nativo proprio del Mississippi e che sembra già piuttosto disilluso su cosa possa essere davvero accaduto ai tre attivisti. Pur male assortiti e spesso in contrasto fra loro, i due cominciano comunque la loro indagine ma capiscono ben presto che, oltre che con le difficoltà materiali di trovare tracce, si dovranno scontrare anche e soprattutto con una comunità tutt’altro che disposta ad aiutarli. Jessup è terreno molto fertile per il Ku Klux Klan, del quale fanno parte numerosi abitanti di ogni ordine e grado, compreso lo sceriffo e il suo vice che infatti faranno del loro meglio per ostacolare le indagini, o almeno per non agevolarle in alcun modo. La verità risulterà tragica, ma l’accaduto finirà per dare una spinta decisiva per parificare i diritti tra bianchi e neri.