L’importanza della memoria storica nell’epoca attuale e il ruolo che esercitano concetti quali identità e memoria dopo l’avvento di Internet: lo scrittore e storico Giordano Bruno Guerri, in un’intervista concessa a Il Giornale – Off, il supplemento culturale del quotidiano milanese torna su alcuni dei temi a lui cari e ne approfitta per allargare il discorso all’intero mondo occidentale contemporaneo. Il 67enne giornalista e scrittore originario di Monticiano (Siena) che dal 2008 presiede la Fondazione del Vittoriale degli Italiani esordisce infatti dicendo che la storia tende a ripetersi, “solo in modo sempre diverso”: a suo dire, infatti, “il gioco dei parallelismi è bello, ma impreciso” dal momento che quello che stiamo vivendo è un periodo “splendidamente o mostruosamente nuovo a seconda dei punti di vista”. Il riferimento di Guerri va alla rivoluzione tecnologica operatasi negli ultimi anni e che ha contribuito ad annullare distanze ma pure relazioni umane.
SULLA TECNOLOGIA E LA CRISI DELLE IDENTITA’
Ma esistono degli effetti positivi derivanti da questa accelerazione legata ai mezzi di comunicazione e alla tecnologia? Nella sua intervista a Il Giornale – Off, Giordano Bruno Guerri risponde in modo affermativo, ricordando che la digitalizzazione delle opere letterarie, a esempio, “semplifica la logistica e ottimizza il lavoro” e non esclude che, tra qualche centinaio di anni, sarà possibile viaggiare nel tempo per rivivere le epoche degli scrittori passati, tra cui quel D’Annunzio che lui conosce molto bene. Tuttavia, nella società occidentale odierna, nonostante questa proliferazione di memorie digitali, pare essere stata “divorata dal presente e non ha voglia di guardarsi indietro” riflette con una punta di amarezza Guerri, aggiungendo che “un popolo che non conosce la storia non è credibile”. A proposito invece di Cultura e Identità, non a caso riportate in maiuscolo durante l’intervista, lo scrittore ricorda che la parola “cultura” è chiaramente futurista e che la cultura oggi è essenzialmente tecnologia, mentre l’identità nota che si sta esizialmente diluendo e disperdendo. La motivazione? Le diversità linguistiche e l’introduzione persino degli emoji, considerati “gli ideogrammi contemporanei” che disperdono le uguaglianze. Infine, in conclusione, una battuta sul Ministero della Cultura che lui rinominerebbe “Ministero dell’affermazione dell’Ovvio” dato che, in una società così nichilista, a suo dire è la normalità ad essere rivoluzionaria.