Prosegue lo scontro accesissimo tra Antonio Ricci, padre di Striscia la Notizia e il Servizio Pubblico, in particolare Andrea Fabiano, direttore di Rai2. Ricci avrebbe accusato Fabiano di aver bloccato una sua intervista per un programma tv dedicato ad Enzo Trapani e prossimamente in onda. Nel dettaglio, Ricci era stato contattato nei mesi scorsi da un autore Rai, Giorgio Verdelli, impegnato nella realizzazione di uno speciale dedicato a Enzo Trapani. Tra il regista suicida nel 1989 e Ricci vi era un forte legame umano e professionale al punto tale che per il papà del Tg satirico di Canale 5 rappresentava un vero e proprio “Maestro”. A pochi giorni dall’intervista però, salta tutto perché “Fabiano non gradisce la presenza di Ricci nei programmi di servizio pubblico”. “L’editto Fabiano è una discriminazione gaglioffa e inconcepibile”, era stata la replica tramite comunicato stampa da parte del papà di Antonio Ricci. Erano seguiti altri comunicati anche da parte della rete diretta da Fabiano che smentiva le dichiarazioni di Ricci: “a nessun dipendente o collaboratore di Rai2 è stato mai dato il consenso di chiedere una sua intervista per una trasmissione televisiva”. La controreplica di Ricci non si era fatta attendere fino all’ultimo capitolo della querelle finito direttamente in Parlamento.
SCONTRO RICCI-FABIANO FINISCE IN PARLAMENTO
Al centro dello scontro tra Antonio Ricci, papà di Striscia la Notizia e Andrea Fabiano, direttore di Rai2, ci sarebbe il presunto veto di quest’ultimo su un intervista al primo. A distanza di alcuni giorni dallo scambio di comunicati tra i due protagonisti, arriva un’interrogazione al Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio. A presentarla è stato un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle, tra i quali spiccano nomi esemplari del calibro di Elio Lannutti, Primo Di Nicola, vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai, e Gianluigi Paragone, capogruppo 5 Stelle in Vigilanza. Nell’interrogazione i parlamentari pentastellati ricostruiscono l’intero caso legato all’intervista negata al papà del Tg satirico Striscia ponendo un quesito: “Se risulti al Ministro che per ogni intervista del servizio pubblico Rai, pagato col canone dei cittadini sulle bollette elettriche, venga richiesto il consenso preventivo dei direttori di rete o di testata, censurando a priori personaggi pubblici poco graditi, violando in tal modo la principale missione del servizio pubblico ed il pluralismo dell’informazione”. Nella medesima interrogazione, rivolgendosi al ministro si domandano quale iniziativa Di Maio abbia intenzione di prendere, avanzando la possibilità di una ispezione al fine di “ripristinare all’interno della Rai la libertà di stampa e rimuovendo le eventuali censure”.