Oggi, 19 aprile 2018, la splendida attrice Ashley Judd, compie 50 anni. Per l’occasione ha rilasciato una lunga intervista, ripresa dall’edizione online de La Repubblica. Figlia della cantante country Naomi Judd, e di Michael Cominella, padre di origini italiane, è stata anche lei una delle vittime del produttore di Hollywood Weinstein. Quando aveva 27 anni, finì infatti in una stanza d’albergo con il cinematografo, che le chiese uno dei suoi famosi massaggi, ma lei riuscì a trovare le forze per opporsi e andarsene da lui. Oggi, Ashley Judd, ricorda così quei momenti: «Quell’incontro fu scioccante, scardinò ogni mia fede nel sistema e ogni mia coordinata esistenziale. Dissi a Weinstein, per guadagnarmi la libertà da quell’incontro: ‘Ti faccio il massaggio quando vincerò un Oscar con un tuo film”. Lui disse: “Diciamo una candidatura”. E io: “No, no, un Oscar”».
“A WEINSTEIN OGGI DIREI…”
Un anno dopo Weinstein si presentò ai Golden Globe, al tavolo della Judd, con il “copione da Oscar”: «Io mi alzai – ricorda quegli attimi la neo-50enne – pronta a mettergli le mani addosso. Lui capì la mia furia e disse: “Ok, considera reciso quel contratto”». La Judd è riuscita a liberarsi solo dopo anni di quel peso: «Solo ora posso raccontare liberamente queste cose, dopo decenni di angoscia». Quindi un doppio messaggio alle ragazze che subiscono avance troppo spinte: «Primo, non entrate da sole in quella stanza, secondo, raccontate subito tutto». Ma se si trovasse di fronte oggi Weinstein, cosa gli direbbe Ashley Judd: «A Weinstein oggi direi: ti amo, perché so che sei un individuo malato e bisognoso di aiuto; e l’aiuto è qui, è disponibile se tu lo vuoi, è qui per aiutarti a diventare una persona perbene»