Rocco Siffredi/ “Ecco la mia croce: essere un pornoattore con una famiglia. Credo in Dio, ma….”

- Emanuela Longo

Rocco Siffredi e le sue recenti dichiarazioni sulla fede, sulla famiglia e sulla crisi che si porta dentro da trent'anni, ovvero da quando ha scelto di essere un pornoattore.

Rocco Siffredi Rocco Siffredi

Rocco Siffredi non ha certamente bisogno di presentazioni. Indiscutibilmente considerato il re del porno, di recente si è fatto intervistare da don Mauro Leonardi per Novella 2000, e proprio al settimanale ha rilasciato le sue dichiarazioni su ciò in cui crede, sul suo rapporto con la fede, la moglie Rosza e ovviamente il sesso. In merito alla sua attività di pornoattore, Rocco ha ammesso di aver rallentato gradualmente ma in modo importante seppur naturale: “Ho i miei dubbi: arrivati a una certa età rimanere in questo ambiente non è molto naturale”, ha confidato. Ma la vera ragione per la quale starebbe pensando di lasciare è legata in particolare ai due figli ventenni: “Non mi sento più a mio agio come prima”, dice. Per questo, ammette, oggi fa solo il 10% di quanto non avveniva in passato. Per lui però, il suo lavoro è stato quasi una sorta di peso, come dimostrato da una crocefissione presente in un suo film: “E’ un modo per simboleggiare il peso che mi porto dentro da trent’anni per questo lavoro”, ha ammesso. Tutti i suoi dubbi sulla scelta che intraprese anni fa, sono legati essenzialmente alla sua educazione cattolica ed alla sua storia. “Quando scelsi di fare questo lavoro il mio medico mi disse ‘non avrai mai diritto a una famiglia’. E quindi la croce parla di questa divisione. Il corpo, la felicità, la sensazione di gioia mi hanno portato a fare il pornoattore”, ha spiegato. “E’ la direzione della mia vita e l’ho scelta”. In realtà, alla fine si è ritrovato con una bellissima famiglia che rappresenta l’opposto di ciò che vive e proprio questo lo ha mandato in profonda crisi. “E’ come se sentissi che la mia famiglia non mi appartenesse più perché non me la meritavo”, aggiunge, motivando quel suo groviglio interiore non sempre facile da spiegare.

LA FAMIGLIA ED IL SUO RAPPORTO CON LA FEDE

Rocco Siffredi si ritiene a tutti gli effetti un uomo fortunato e parte della sua fortuna deriva non dal suo lavoro né dalle sue doti naturali, bensì dalla moglie Rozsa, che non gli ha mai chiesto di smettere. “La gente si stranisce perché quando parlo di famiglia parlo come un uomo di Chiesa ed è perché io sono per l’unità familiare”. Per lui, dunque, non esiste un tradimento della moglie e ogni volta che sbagliava, appena comprendeva che poteva nascere qualcosa mollava subito la presa. Anche per questo ha ammesso di non aver mai incontrato alcuna donna al di fuori del set. Ed ecco un appello che lancia ai giovani pornoattori: “Non innamoratevi a ogni scena, sennò diventate pazzi”. Tornando al rapporto con la moglie, Siffredi ha ammesso di averla fatta tribolare per un anno poiché non riusciva a comprendere cosa spingesse Rozsa ad innamorarsi di lui. “Giravo le scene davanti a lei per vedere la reazione”, dice. Un’ulteriore crisi Rocco l’ha vissuta quando ha compreso che i suoi figli avevano raggiunto l’età per capire cosa facesse il padre. “Io non ho mai detto loro bugie, che facevo il postino per esempio. Cercavo di prepararmi al dopo e poi in realtà non ce la facevo”, ha ammesso. nella sua vita ha assunto un’importanza enorme anche la fede. “Io credo molto molto molto […] Credo a quello che la Chiesa rappresenta e credo a chi ci crede veramente”, dice. Eppure ammette di non credere a tutta la Chiesa. La mia fede è un rapporto tra me e me, non sono praticante perché sarebbe ipocrisia pura, però quando vado in Chiesa entro con grande rispetto”, ammette. Non nega, dunque, di credere in Dio ed ammette di provare molta simpatia per Papa Francesco: “Sono convinto che sia una persona innovativa”.





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