Sandro Piccinini dopo la telecronaca della finale dedicata ai Mondiali di calcio 2018, ha deciso di lasciare Mediaset. Intervistato da Renato Franco per il Corriere, racconta di volere chiudere il ciclo della sua favola durante ben 30 anni. Per quale motivo ha deciso di lasciare? “Più di uno a quanto pare: non sto qui a dilungarmi a spiegare, sia privati sia professionali, non ci sono più le condizioni per continuare. In attesa in futuro di trovare una proposta che mi stimoli, l’anno prossimo starò fermo. In agenda avrò solo viaggi e trasferte di piacere”, spiega. Poi Piccinini racconta che per sua indole, un telecronista non deve mai mettersi mai al centro della scena, e nemmeno sovrapporsi all’evento che sta commentando: “i fenomeni sono i giocatori in campo, non devi essere tu a fare il fenomeno. Il telecronista è al servizio dell’evento, deve dare la giusta enfasi senza esagerare, non deve criticare eccessivamente un arbitro o un giocatore. Certo, la concorrenza è aumentata, una volta i telecronisti si contavano sulle dita di una mano e quindi alcuni tendono a strafare per distinguersi. Confesso che mi capita di togliere l’audio quando ci sono quelli che esagerano”.
Il Mondiale di Sandro Piccinini e il sogno: “L’Italia tra 4 anni!”
Preciso e perfezionista, Sandro Piccinini svela anche di preparare le sue telecronache sempre nello stesso modo: “C’è chi si mangia un capretto e riesce ad andare in postazione senza problemi; io invece ho i miei riti: solo riso in bianco e riposino prima della partita”. Per lui la telecronaca di una partita è anche un fatto fisico “se arrivi già stanco perdi lucidità”. Infastidito dalle sbavature, svela che se confonde un giocatore su rimessa laterale si imbestialisce e ci pensa anche di notte rimanendo a rimuginare: “anche sulle piccole imprecisioni, quelle di cui uno magari non si accorge. Il fatto è che per carattere gli errori mi rimangono in testa”. Successivamente ha confessato di avere trovato un Mondiale non eccelso dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista professionale invece, nulla da dire: “c’è stata una perfezione impeccabile e quasi surreale”. In ultimo, svela il suo sogno: “Un Mondiale con l’Italia, tra 4 anni”.