Un bel film, davvero ben concepito dalla mente di uno Stallone ancora puro, ancora legato al cinema di qualità, una storia noir tipica nella sua prima fase di carriera, storie di figli di emigrati italiani, la seconda generazione stanca di sentirsi trattata male, loro sono nati negli USA ma nessuno li vuole davvero. Nessun premio ma il film merita sul serio, la sceneggiatura è profonda e con diversi punti di riflessione. Una piccola curiosità, giusto per donare quel tocco di fumoso undergorund, è la presenza di Tom Waits in una scena. Il ring è l’area in cui la trama trova la sua catarsi, ma non nelle mani di Stallone, nella trama in seguto vedremo con quali sviluppi. stallone girò e recitò in ‘Taverna Paradiso’ dopo il primo ‘Rocky’ e ‘F.I.S.T.’, appena prima del sequel del pugile più amato nella storia del cinema, la fase a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 dell’amato Sly. Al suo fianco Armand Assante, attore forse non riconoscibile nel nome ma le sue quattro nomination ai Golden Globe ed un Emmy portato con orgoglio in bacheca, dimostrano il valore di questo attore che ricorderete sicuramente con la sua recitazione in ‘Dredd – La legge sono io’, sempre al fianco di Stallone, ‘1492 – La conquista del paradiso’ del grande cineasta Ridley Scott, ‘Bella, bionda… e dice sempre sì’ al fianco della bellissima Kim Basinger e di Alec Baldwin. Nel film Assante è il fratello di Stallone, mentre il terzo fratello è un attore nato davvero sui ring, il lottatore della famiglia di tre fratelli d’origine italiana, Lee Canalito, ex pugile di origine texana.
ALLA REGIA STALLONE
Una vecchia, nemmeno tanto considerando che il 1978, anno d’uscita di ‘Taverna Paradiso‘, appartiene ad una generazione cinematografica che potrebbe definirsi come la porta d’ingresso al cinema moderno. Il film trova la sua collocazione alle ore 16,34 del 29 agosto 2018, un pomeriggio interessante anche grazie al coraggio di Rete 4 di mandare in onda una pellicola che avrebbe potuto tranquillamente trovare collocazione anche in fasce di prima serata o nel ciclo notturno de ‘I bellissimi’. Scritto, diretto, interpretato, fortemente voluto assieme alla casa di produzione e al produttore J. F. Roach, ‘Taverna paradiso’ è il frutto del lavoro davvero intenso di un Sylvester Stallone all’epoca già ‘pienamente’ Rocky, non ancora Rambo, in questo film impegnato in una storia dove l’umanità del primo Rocky trova spazio in una storia non troppo diversa.
TAVERNA PARADISO, LA TRAMA DEL FILM
Cosmo Carboni è un derelitto d’origine italiana che cerca di sopravvivere nella New York dell’immediato dopoguerra, siamo nel 1946. Sbarca il lunario partecipando a scommesse in circuiti clandestini e non meglio di certo se la passa Lenny, fratello che lavora nella sua impresa funebre, zoppo di guerra senza nessun riconoscimento o encomio di un’America a volte matrigna dei propri figli. Il terzo fratello, Vic, è grosso e non tanto sveglio, ma è forte e coraggioso e nella Taverna Paradiso si sfidano wrestler del sottobosco disperato di quell’America poco Graffiti e tanto desolata. I fratelli spingono Vic a battersi per la cifra di 100$ contro Big Glory, la stella del locale Vic è un tornado, non ha mai veramente lottato ma la sua rabbia tipicamente italiana, la sua forza e il suo grande cuore hanno la meglio sul colosso oramai sul viale del tramonto della lotta teatrale del carrozzone wrestler. Vic lavora in una ditta produttrice di ghiaccio ma i tempi cambiano, arrivano i frigoriferi nella società del nuovo benessere e Vic perde molti clienti e tante entrate. I tre fratelli fanno il punto della situazione, la decadenza è ad un soffio, la Taverna Paradiso è là, appena oltre la disperazione, pronta a vedere il sudore e il sangue dei suoi martiri, tra cui di nuovo Vic.