La storia di Enrica Tinelli è quella di una ragazza straordinaria, così come lo sono tutte le protagoniste del programma Le Ragazze, in onda con la nuova stagione da stasera 20 gennaio su Raitre, condotto da Gloria Guida. Enrica ha appena 20 anni ma nonostante la sua giovane età ha rischiato seriamente di cadere in un profondo abisso dal quale sarebbe stato difficile uscirne, se non fosse stato per la sua grande determinazione. La sua è anche una storia di dolore, sin dalle molestie subite in tenera età, passando poi per il dramma dell’anoressia e della bulimia. Oggi però Enrica Tinelli è riuscita finalmente a ritrovare la tanto ambita serenità, ma voltare pagina e ripartire non è stato per lei semplice. La giovane ha conosciuto l’anoressia quando aveva appena 12 anni. Enrica, nel 2017 aveva raccontato la sua storia a TPI, mostrando senza vergogna il suo corpo, prima e dopo la sua rinascita. Con la sua testimonianza sperava di poter essere di aiuto a chi come lei si trovava ad affrontare lo stesso demone. “Sono in terapia da quando avevo 8 anni: non ho avuto propriamente un’infanzia spensierata”, aveva raccontato la ragazza. Il suo corpo di bambina iniziò a trasformarsi in quello di una donna già a 10 anni, portandola così a dover prendere confidenza con quel cambiamento troppo grande da affrontare. “Ho subito anche violenze psicologiche da parte di un amico di mia zia, fatto per il quale ho dovuto testimoniare in tribunale. Sono successe così tante cose mentre ero una bambina che ho riversato sul mio corpo la mia instabilità, la mia fame di affetto”, aveva poi rivelato. Tra i 13 ed i 14 anni Erica smise di mangiare ed in due mesi perse ben 17 chili.
ENRICA TINELLI, IL CALVARIO DELL’ANORESSIA E BULIMIA E LA RINASCITA
Era troppo tardi quando la mamma di Enrica Tinelli iniziò ad accorgersi che qualcosa in lei non andava. Dopo l’anoressia subentrò anche la bulimia e quindi le flebo con gli integratori, i medici e le difficoltà nel relazionarsi con chiunque. “Da quando ho cominciato i ricoveri sono spariti gli amici”, aveva raccontato a TPI, “Tutti erano spaventati dalla mia condizione: i miei genitori venivano a trovarmi in ospedale ma li sentivo lontani. Non sono mai riuscita a creare un vero dialogo, a far capire loro quello che provavo”. Anche in ospedale le cose non andavano bene in quanto Erica era diventata abile a prendere tutti in giro, lei compresa, evitando le cure. Nel gennaio del 2013 arrivò un nuovo ricovero, più brutto del precedente in quanto costrinse la ragazza non solo a portare le flebo nelle braccia ma anche un sondino nel naso. “Ma questo non fermava la mia ricerca dell’autodistruzione. Svuotavo le sacche alimentari in bagno e le riempivo con semplice acqua e mi rifiutavo di prendere gli psicofarmaci”, ha rivelato. Solo quando anche i medici si accorsero di tutto venne affidata ad una educatrice ed i controlli divennero più severi. Erica però non aveva alcuna intenzione di farsi aiutare e lo spostamento nel reparto di medicina d’urgenza non fece che peggiorare la situazione. Nell’agosto dello stesso anno, la ragazza arrivò a pesare 37 chili. Da qui la decisione di trasferirla in una comunità educativa, periodo che Enrica ricorda come il “più brutto della mia vita”. Solo quando fu costretta all’isolamento per via delle sue condizioni sempre più gravi, la giovane comprese che era arrivato il momento di reagire: “È stato allora che ho capito che dovevo fare qualcosa e riappropriarmi della mia vita”. Fu un gesto a rimettere tutto in discussione: “Un giorno è successa una cosa che non dimenticherò mai: ero sul letto in comunità, mia madre si sedette accanto a me e mi abbracciò. Mi sentì amata e capì che non era colpa sua se non riusciva a starmi vicino”. Da quel momento, ha spiegato Enrica, “Ho combattuto contro la forza distruttiva che avevo dentro e ho cominciato a curarmi”. Adesso sta bene, non sa se si ammalerà ancora ma di una cosa è certa, “Non so se si guarisce mai del tutto da questa malattia, ma so che l’amore aiuta”.