Stefano Fappiano ha raccontato la sua storia durante la nuova puntata de I Fatti Vostri, in onda su Rai2 con Giancarlo Magalli. Era basso e grasso ma adesso è diventato un modello di Dolce e Gabbana. “Fino a 12 anni mi chiamavano nano... – ha esordito il 33enne – giocavo a basket dove sono tutti molto alti. Quando tiravo mi stoppavano, perché era un segno di sottomissione. Iniziò in me a crescere un senso di frustrazione. Iniziai ad andare meno a basket e sfogarmi col cibo”. Questo rapporto sbagliato con il cibo lo fece ingrassare molto: “Iniziai a crescere ma diventai grosso e da nano il mio soprannome diventò arancina con i piedi. Adesso rido ma all’epoca fu una tragedia. Quando uno è piccolo parla e non sa nemmeno il danno che fa all’altra persona. Io soffrivo in silenzio e sono entrato in un tunnel, avevo paura dei giudizi altrui”. Stefano poi, aveva incominciato a deprimersi: “I miei genitori cercarono di aiutarmi, tutti avevano capito che avevo dei problemi”.
Da bullizzato a modello, la storia di Stefano Fappiano
Gli insegnanti a scuola, non si erano accorti della gravità della cosa ed anzi, avevano peggiorato le cose: “C’era il professore di educazione fisica e lui prima di entrare ci disse di fare un chilometro in quattro minuti, altrimenti nessuno giocava. Avevo una bella responsabilità e non ce l’ho fatta… ma lui mi ha umiliato perché se solo uno non riusciva non avremmo giocato a calcio”. Stefano Fappiano fu colpito da una forte depressione ed ha pensato anche al suicidio: “L’errore è stato quello di non parlarne con nessuno. Ero con le spalle al muro. Ho detto ‘o mi ammazzo o la mia vita deve cambiare’. Mio padre ha trovato la chiave giusta, mi portò in palestra. Con la scusa di aiutarlo a fare gli esercizi, ho perso dei chili, recuperando autostima e tutto cambiò… più mi allenavo, più mangiavo bene… ho perso intorno ai 27 chili”. Il suo fisico adesso lo fa lavorare: “Dopo avere iniziato questo percorso, ho iniziato a lavorare sulla mia mente. Nel 2012 una mia amica mi disse se volevo fare delle foto per una rivista. Poi ho incominciato a sfilare ed è stato fantastico!”. Dalla sua storia ne è nato anche un libro dal titolo “Quel benedetto tunnel”.