The Other Side Of The Wind, Orson Welles all’ennesima potenza in un film satirico che celebra la morte del cinema classico americano e l’ascesa della New Hollywood: è disponibile su Netflix l’ultima opera del celebre regista americano, considerato uno degli artisti più influenti della storia del cinema. Nel 2017 il noto servizio di streaming ha acquisito i diritti per la distribuzione del film, con l’amico-collega Peter Bogdanovich che ha lottato per anni per completare l’opera originale dell’autore di Quarto Potere. Girato tra il 1970 e il 1976 insieme a registi e amici quali Peter Bogdanovich, John Huston, Norman Foster, Susan Strasberg, Oja Kodar e Joseph McBride, il film è stato realizzato venuto alla luce grazie agli sforzi dei produttori Frank Marshall (direttore di produzione con Welles al tempo delle prime riprese) e Filip Jan Rymsza ed è stato montato da un team tecnico in cui è presente anche il premio Oscar Bob Murawski. Presente, inoltre, una nuova colonna sonora composta dal premio Oscar Michel Legrand.
Presentato in anteprima mondiale nella sezione Fuori Concorso alla 75. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, The Other Side Of The Wind racconta del famoso cineasta J.J. “Jake” Hannaford (John Huston) che ritorna a Hollywood, dopo anni di esilio volontario in Europa, con l’idea di portare a termine l’innovativo film che segnerà la sua rentrée: un lungometraggio a basso costo, pieno di nudi, estremista. Una storia molto commovente di un regista giovane e di uno vecchio (John Dale), un film molto audace con un montaggio in cui traspare l’anima wellesiana: lui voleva mettere le cose migliori nel film, non si innamorava della sua opera e ci metteva dentro solo le cose importanti. Il team tecnico di montatori ha svolto un ottimo lavoro, con la priorità di dare un significato al film senza essere troppo preziosi per ricordare la memoria di Welles.
Come dicevamo, The Other Side Of The Wind è una satira del classico sistema degli studi cinematografici, con il cineasta di Kenosha che, attraverso una sorta di documentario, aveva l’obiettivo di rappresentare il nuovo ordine hollywoodiano, una sorta di macchina del tempo di un’epoca del cinema ormai lontana. I tre i piani narrativi (narrazione, riprese dei documentaristi e il film proiettato) si intersecano alla perfezione, con lo spirito di Welles che rivive nella sua componente principale: la voglia di rompere le regole cinematografiche e scandalizzare lo spettatore. E, anche grazie all’ottimo lavoro di Murawski and Co., possiamo dirci fortunati nell’aver recuperato il “nuovo” film del maestro della settima arte.