Massimo Perla, noto addestratore di cani, ospite stamane degli studi di Uno Mattina per parlare di cinofobia: “C’è molta superficialità nella scelta del cane, nell’educarlo, nel gestirlo, tra l’altro su questi tre cani (il riferimento è all’uomo sbranato da 3 rottweiler pochi giorni fa ndr), è difficile parlarne e ci sono molte variabili, ma sono cani che vanno educati, dopo c’è l’addestramento magari specifico per la razza. Il cane nasce come collaboratore poi noi siamo egoisti e li portiamo nelle città che non sono il loro ambiente naturale, vanno insegnate regole per tutelare lui e le persone”. Massimiliano Ossini aggiunge: “Io fino ai 18/19 anni avevo paura dei cani poi grazie alla Rai ho fatto un programma in cui ero costretto a stare con loro e adesso non ho più paura”. L’addestratore ha replicato: “La paura del cane o degli animali è data dalla non conoscenza del comportamento, tu di un umano non hai paura. Molte volte con i cani non si capiscono i comportamenti perchè tutte le persone si avvicinano sempre al cane con un approccio sbagliato”.
CINOFOBIA: “PUO’ ESSERE SCATENATA DA DIVERSI FATTORI”
La psicologa Francesca Mugnani, in merito alla cinofobia, ha aggiunto: “E’ una vera e propria paura, è una forma di ansia e va rispettata e compresa, può nascere da diversi fattori, magari un aggressione subita o si può assistere ad un evento traumatico, oppure ci può essere anche una situazione famigliare in cui i contatti con gli animali sono poco valorizzati e quindi si sviluppa un’ansia”.
Si può nascere anche con la cinofobia? “Si, ma i fattori ambientali e il fatto di conoscere gli animali può ambientare, i bimbi che non si avvicinano mai agli animali e che sono protetti possono arrivare ad una forma fobica. Più le persone hanno paura e più mettono in atto delle fughe che poi per gli animali sono degli ingaggi”. Quando arriva un cucciolo a casa come bisogna comportarsi? “Dobbiamo sapere bene cosa fare e cosa non – conclude Massimo Perla – uno dei problemi è quello dei bisogni, si devono dare delle regole come ad esempio prenderlo e portarlo fuori subito dopo i bisogni”.