Una montagna di burocrazia, difficile da scalare e soprattutto costosa. Questa la denuncia dell’osservatore nazionale della CNA, che ha analizzato le procedure necessarie per poter aprire un’attività in Italia, quindi i tempi e i costi. Ne emerge che coloro che vogliono aprire un’officina per riparare le auto, devono portare a termine ben 86 diversi adempimenti per circa 19.000 euro di costi; simile la spesa per i falegnami, i cui adempimenti scendono però a 78, mentre gelaterie e bar si fermato a rispettivamente 73 e 71.
Va un po’ meglio ai parrucchieri, che hanno da sbrigare solamente 65 pratiche per un costo di 17.500 euro, ma in generale la vita è complicata per tutti coloro che vogliono iniziare un’attività in proprio. La burocrazia si conferma quindi il principale freno all’impresa del paese, nonostante negli ultimi anni non siano mancate le buone intenzioni del legislatore nel semplificare le attività dei futuri imprenditori. “Nonostante lo sforzo profuso dal Parlamento – fa sapere Stefania Milo, vice presidente di CNA – l’azione di ammodernamento appare ancora inadeguata” soprattutto a causa “dell’intreccio dei molteplici centri di produzione normativa”.
CNA: “SERVONO CORREZIONI ESSENZIALI E AGGIORNAMENTI COSTANTI”
Sempre la Milo sottolinea come sia necessario fare un “tagliando agli aggiustamenti introdotti sui principali strumenti amministrativi”, come ad esempio la conferenza dei servizi, l’AUA, l’autorizzazione unica ambientale, e ancora, il SUAP, lo Sportello Unico per le attività produttive, spesso e volentieri irraggiungibile per via telematica. Un grande quanto storico passo avanti potrebbe arrivare grazie al Recovery Plan, che potrebbe permettere di realizzare gli investimenti necessari per modernizzare la pubblica amministrazione: ma si faranno? “La rotta seguita dalle riforme varate negli ultimi anni – ha aggiunto la numero due della CNA – necessita di correzioni essenziali e aggiornamenti costanti” ed i miglioramenti si conseguono “solo attraverso il dialogo tra le istituzioni ed i soggetti rappresentativi del tessuto produttivo”. La confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola media impresa, guardi con ottimismo al rilancio dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023, “strumento utile per rinnovare la logica ispiratrice delle modifiche più recenti”.