Come sono andati i secondi colloqui di pace a Istanbul tra Russia e Ucraina: stallo sulla pace, accordi su mini-tregua e scambi prigionieri. Da Erdogan...

COME SONO ANDATI I SECONDI COLLOQUI DI PACE TRA MOSCA E KIEV DA ERDOGAN: IL MEMORANDUM E I PRIMI ACCORDI

Se si dovesse giudicare i colloqui di pace tra Ucraina e Russia dalla durata di oggi, il neanche due ore di negoziati a Istanbul andrebbero considerati un ennesimo buco nell’acqua con pace sempre più lontana dopo oltre tre anni di guerra: qualche minimo spiraglio invece si apre all’orizzonte, specie per il fatto che dovrebbero essere confermati anche un terzo round di colloqui sempre a giugno e sempre in Turchia.



Certo la vigilia di questi negoziati è stata segnata dal devastante attacco droni russi contro Kiev e altre province del Donbass, a cui ha fatto seguito la più importante offensiva ucraina dall’inizio del conflitto, l’operazione “Web” che ha colpito nel cuore delle basi russe in Siberia distruggendo almeno 40 bombardieri (senza che gli USA sapessero tutti i dettagli, ndr). Nonostante il grado di scontro enorme tra le parti, le delegazioni guidate da Ministri e sherpa di “secondo piano” si sono presentate oggi alla corte di Erdogan per intavolare un cessate il fuoco momentaneo.



Il governo di Kiev non ha ottenuto la tregua di 30 giorni proposta da Trump e dallo stesso Zelensky, ma ha ricevuto comunque il memorandum russo atteso dalla telefonata tra Putin e il Presidente USA, con una tregua di 3 giorni e un nuovo scambio di 1000 prigionieri da ambo le parti. Tra gli elementi negativi (anche se scontati dopo la vigilia di bombe e attacchi con droni) vi è il rifiuto del cessate il fuoco incondizionato da parte di Mosca, così come un incontro a breve tra Zelensky e Putin: concordati invece gli scambi di prigionieri con anche la restituzione di 6mila corpi di soldati morti in guerra sia ucraini che russi.



UCRAINA (DOPO L’OPERAZIONE DRONI) CONTESTA IL “NO” DELLA RUSSIA ALLA TREGUA. QUALCHE SPIRAGLIO PERÒ EMERGE DA ISTANBUL…

Nuovi colloqui di pace verranno fissati tra il 29 e il 30 giugno 2025 al termine dello scambio di prigionieri che avverrà nelle prossime settimane: «Un nuovo incontro ‘è fondamentale per avanzare il processo dei negoziati», ha spiegato il Ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov, al termine dei negoziati odierni. Secondo il capo della delegazione di Mosca, il consigliere del Cremlino, Vladimir Medinsky, la Russia non ha solo consegnato il memorandum con le condizioni per una pace duratura in Ucraina: si chiede l’Ucraina neutrale dopo la fine della guerra e nessuna presenza di truppe straniere sul suolo ucraino.

Si chiede una tregua di tre giorni per permettere gli scambi prigionieri (priorità ai feriti gravi e i malati) e il recupero dei caduti sul fronte, con limite massimo a 1000 per parte. In ultima analisi, l’Ucraina ha consegnato alla Russia durante i colloqui di Istanbul un elenco dei bambini di cui chiede la restituzione, quasi 400.

Forse l’elemento più “speranzoso” di una tregua non così lontana è rappresentato dalla decisione di Ucraina e Russia di tornare a negoziati diretti entro fine mese, sempre in Turchia: a margine dei colloqui odierni a Istanbul è poi stato il Presidente Erdogan a proporre un primo storico incontro Putin-Zelensky sul Bosforo, sebbene entrambe le delegazioni abbiano fatto intendere che si è ancora lontani da tale risultato. La “spinta” di Trump e dell’Unione Europea sull’accelerare i colloqui di pace ottiene quantomeno un terzo round i negoziati nel breve termine, un elemento comunque positivo dopo il dialogo allo “zero assoluto” tra le due nazioni in guerra dal febbraio 2022.

Erdogan chiama a raccolta Putin e Zelensky, con anche il Presidente Trump per provare a rendere effettiva una tregua temporanea di un mese: l’incontro potrebbe tenersi a Istanbul o Ankara entro i prossimi due mesi, anche se le condizioni poste da Mosca e Kiev restano al momento ancora inconciliabili nel breve periodo. «la Russia ha rifiutato la proposta di cessate il fuoco incondizionato», ha denunciato Kiev durante i negoziati avvenuti in giornata, anche se il più grande scambio di prigionieri dall’inizio della guerra fa prevedere quantomeno uno “spiraglio” per rinnovare il dialogo, specie dopo le pesanti perdite patite da entrambi i fronti nell’ultima settimana.