Come è morto Pietro Taricone/ Volo col paracadute fatale: l’errore gli costò la vita
La morte di Pietro Taricone sopraggiunse il 29 giugno del 2010, a seguito di un volo con il paracadute in quel di Terni: ecco come andò

Pietro Taricone morì troppo presto, il 29 giugno del 2010, all’età di soli 36 anni (avrebbe compiuto 46 anni giovedì scorso). Fatale fu un volo con il paracadute, una delle tante passioni di “O Guerriero”, e precisamente una manovra che non consentì allo stesso ex concorrente del Grande Fratello 1 di aprire in tempo il paracadute prima di toccare terra. La sua morte sopraggiunse alle 2:30 della notte fra il 29 e il 30 giugno, a seguito di un incidente avvenuto presso l’aviosuperficie di Terni. Dopo la caduta fu subito chiaro che le condizioni fisiche di Pietro Taricone fossero gravissime, e lo stesso venne ricoverato d’urgenza in arresto cardiaco, con fratture multiple su tutto il corpo e un’emorragia interna.
Arrivato in ospedale a Terni i medici lo sottoposero ad un delicato intervento chirurgico della durata di ben nove ore, che però non bastò a salvare l’ex concorrente del Gf. In quelle ore, terribili, immediatamente dopo l’incidente, in cui le indiscrezioni si rincorrevano e che lasciarono col fiato sospeso numerosi italiani, uscì allo scoperto Kasia Smutniak, la sua storica ex, che ringraziò il tanto affetto ricevuto: «Non mi aspettavo tutto questo amore da parte di tanta gente – disse all’epoca – so che Pietro lo sta sentendo. Era una persona speciale, unica, era molto sensibile».
MORTE DI PIETRO TARICONE: LA PROCURA CONFERMO’ L’ERRORE UMANO
«Io sono stata la più fortunata – aveva proseguito – perché l’ho avuto per otto anni tutto per me. Voglio ringraziare tutte le persone dalle quali mi sta arrivando tanto dolore per la scomparsa di Pietro. Sento che lui sarebbe così felice. So che lui ci sta guardando, e che sarà sempre con me». Dopo il tragico incidente scattarono le indagini e inizialmente si parlò di un possibile guasto alle attrezzature di Pietro Taricone; l’indiscrezione venne poi smentita dalla procura della città umbra, che confermò di fatto le notizie iniziali, ovvero, che la morte sopraggiunse a seguito di un errore umano. Pietro, dopo essersi lanciato da un’altezza di circa 1.500/2.000 metri, aveva aperto il paracadute ad ala attorno ai 1.200, ma la frenata finale, la fase che precede la toccata a terra, era stata compiuta troppo in basso, ad un’altezza di soli 20 metri, facendo cadere lo stesso Taricone con estrema violenza.
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