Congedo per madre intenzionale, come funziona: Inps si adegua alla sentenza della Consulta: da quando si applica e cosa fare, le regole non cambiano

Le coppie composte da due madri godono ora degli stessi diritti delle coppie eterosessuali in materia di congedo obbligatorio dopo la nascita di un figlio.

L’INPS, in seguito a una decisione della Corte costituzionale, ha precisato con un apposito messaggio che anche la madre intenzionale – cioè la genitrice che ha scelto di assumere il ruolo di madre senza essere colei che ha partorito – può usufruire di dieci giorni di congedo retribuito al 100%, che diventano venti in caso di parto plurimo. In passato, tale beneficio era riconosciuto esclusivamente ai padri.



Ne ha diritto se è presente nei registri dello stato civile come genitore. Ci sono tre modi per fare richiesta: al datore di lavoro, che anticipa l’indennità; online all’INPS, se il datore di lavoro non anticipa il congedo – e ciò vale, ad esempio, per le lavoratrici stagionali, agricole, chi si occupa di servizi domestici e familiari, disoccupate e sospese dal lavoro che non usufruiscono della cassa integrazione, nonché per le lavoratrici dello spettacolo –; in terzo luogo, ci sono le dipendenti pubbliche che devono rivolgersi solo al proprio datore di lavoro, perché non è l’Istituto a gestire la pratica.



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Per quanto riguarda le tempistiche, la domanda va presentata almeno cinque giorni prima dell’inizio del congedo, che può essere fruito tra due mesi prima della data presunta del parto e cinque mesi dopo, a giornate intere e non a ore.

DA QUANDO SI APPLICA CONGEDO PER MADRE INTENZIONALE

La Consulta ha riscontrato un’irragionevole disparità di trattamento rispetto alle coppie eterosessuali e l’INPS ha recepito la decisione con un messaggio che chiarisce anche da quando si applica, cioè dal giorno dopo a quello in cui la sentenza in Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata, quindi dal 24 luglio 2025.



Ciò vale per tutte le madri intenzionali lavoratrici dipendenti registrate come genitori o titolari di provvedimenti di adozione o affidamento.

Per l’INPS, nelle coppie di donne si può individuare una figura che si può equiparare a quella paterna nelle coppie eterosessuali, facendo una distinzione tra la mamma biologica, che è quella che partorisce, e la mamma intenzionale, che è quella che condivide cure e responsabilità attivamente. Di conseguenza, le regole non cambiano e l’INPS si conforma alla pronuncia dei giudici della Corte costituzionale.