L'invecchiamento della popolazione pone una sfida importante al mondo del lavoro. Occorre creare un ponte tra le generazioni
Il Rapporto annuale Istat offre uno spunto di riflessione profondo. I numeri non sono solo indicatori, ma strumenti per comprendere le trasformazioni in atto e per stimolare un dibattito costruttivo sul futuro del Paese.
L’Italia sta attraversando una fase di cambiamento demografico significativo: la natalità è in calo e l’età media della popolazione aumenta. L’aspettativa di vita nel nostro Paese continua ad aumentare, con una media di 83,4 anni nel 2025. Questo fenomeno apre nuove prospettive sulla partecipazione delle persone in età avanzata alla vita economica e sociale del Paese.
Chi ha superato la soglia della pensione rappresenta una risorsa preziosa, con esperienza e competenze che possono essere messe a servizio delle nuove generazioni e della comunità. È fondamentale promuovere modelli di coinvolgimento attivo di questa fascia della popolazione, anche oltre l’età lavorativa formale, attraverso iniziative di mentoring, formazione e volontariato qualificato.
In quest’ottica, anche le istituzioni sono chiamate a creare strumenti che facilitino sinergie tra generazioni e rendano più accessibile il contributo di chi, per scelta o per necessità del mercato, può ancora offrire valore. Tanto nel mondo produttivo, quanto nel Terzo settore. Questo accompagnamento da parte di figure esperte può essere inoltre cruciale per l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone straniere. Sarà fondamentale che queste persone trovino accoglienza, integrazione e opportunità tali da spingerle a stabilirsi e contribuire attivamente alla vita del Paese.
L’Italia è caratterizzata da un tessuto produttivo composto principalmente da micro e piccole imprese, che rappresentano oltre il 95% del totale delle aziende. Pertanto, le politiche e le iniziative volte a valorizzare il contributo delle figure esperte devono essere flessibili e adattabili alle specificità territoriali e settoriali.
Un esempio concreto è il Progetto Mentoring, promosso dal Gruppo Giovani AIDP Emilia-Romagna. Giunto alla sua terza edizione nel 2025, mette in contatto giovani professionisti con mentor esperti, favorendo lo scambio intergenerazionale di competenze e conoscenze. L’iniziativa prevede incontri strutturati con l’obiettivo di accompagnare i giovani nei loro percorsi di crescita e sviluppo professionale, costruendo così un ponte solido tra esperienza e innovazione.
Un altro esempio significativo è il progetto “Tra Generazioni: l’unione crea il lavoro”, promosso dalla Fondazione mondo digitale in collaborazione con Cna Pensionati. Il programma mira a rilanciare il capitale umano, sociale ed economico attraverso la collaborazione tra giovani e anziani, in particolare nel settore dell’artigianato. La trasmissione di saperi avviene attraverso laboratori, formazione e co-creazione di opportunità di lavoro, con l’obiettivo di stimolare contaminazione culturale e occupabilità reciproca.
Questi esempi, per quanto peculiari, dimostrano come partendo dal positivo che già esiste si possa generare valore. Iniziative di questo tipo mostrano come l’esperienza accumulata possa promuovere la crescita professionale delle nuove generazioni e rafforzare la coesione sociale.
Tali progetti dovrebbero stimolarci, laddove possibile, a replicare buone pratiche, ma anche a immaginarne di nuove. Vista la varietà del mercato del lavoro italiano, è necessario sperimentare modelli diversi, che valorizzino il contributo delle figure senior per introdurre e formare i giovani, trasmettere competenze, restare attivi in azienda in modo sostenibile o affiancare realtà del no profit con ruoli di supporto.
L’invecchiamento della popolazione e le trasformazioni del mercato del lavoro rappresentano sfide complesse, ma anche opportunità per ripensare i modelli di partecipazione e inclusione. Attraverso politiche attive, sperimentazioni locali e una valorizzazione del contributo delle persone con esperienza è possibile costruire un futuro in cui tutte le generazioni contribuiscano al benessere collettivo.
Non è questione di trovare “la soluzione” una volta per tutte. Si tratta piuttosto di creare percorsi da percorrere, spazi dove si possa sperimentare e imparare. Quel “cambiamento che cambia” – espressione che abbiamo usato spesso per sottolineare la velocità della trasformazione – deve partire da ciò che già funziona, tenendo conto della realtà concreta e incoraggiando il confronto.
Guardare con curiosità, apertura e disponibilità alla cooperazione sarà il vero motore per affrontare ciò che accade. Insieme.
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