Cambiano le regole sui contributi pubblici alle imprese, con strette sui controlli e accertamenti più rigidi dai revisori.

Sui contributi pubblici alle imprese ci saranno nuove strette per una maggior trasparenza. É quanto sancito dal nuovo DPCM attuativo così come lo ha previsto la Legge di Bilancio di quest’anno, prevedendo controlli più serrati al fine di verificare le dichiarazioni trasmesse.

Naturalmente lo stesso concetto varrà anche per altre indennità, come le eventuali agevolazioni fiscali e i prestiti concessi alle aziende. La verifica di quanto anticipato è affidata sia ai revisori che ai sindaci, con ruoli primari e di estrema importanza.



Contributi pubblici alle imprese con verifiche rigide

Fonte: freepik.com

I contributi pubblici alle imprese saranno oggetto di controllo dei revisori, che oltre ad accertarsi di far risultare una giusta corrispondenza tra quanto incassato e quanto dichiarato, dovranno anche monitorare la finalità delle agevolazioni percepite.



L’obiettivo non è soltanto quello di garantire più correttezza, bensì di accelerare i tempi e garantire un adeguamento amministrativo come previsto dalla normativa.

Il PNNR ha previsto che tali controlli siano destinati non solo alle società che devono rivedere i conti nei loro processi interni, ma anche alle società di capitali che hanno un organo di controllo interno.

Relazione rapportata all’anno

Sia i revisori che i sindaci hanno l’obbligo di prevedere entro il 30 aprile (per ciascun anno), la trasmissione al Ministero dell’Economia e delle Finanze del rapporto finale (con l’esito post controllo).



Il documento deve riportare sia i nominativi delle imprese beneficiarie, sia gli importi da assegnare ma anche le eventuali discrepanze o criticità rilevate durante il monitoraggio fiscale.

I revisori dovranno rispettare l’obbligo di conservare i documenti per almeno 5 anni, e nel caso di un mancato invio potrebbe essere afflitta una sanzione d’ufficio o nei casi peggiori, una segnalazione all’autorità giudiziaria.

Ogni multa sarà proporzionata alla dimensione dell’impresa e alla gravità del ritardo o omissione, con importi che possono andare da un minimo di 2.000€ fino a 20.000€.