Continua a far discutere molto nel mondo della boxe il torneo di qualificazione olimpica svoltosi a Londra a metà marzo, cancellato dopo pochi giorni e che ha causato un totale di ben dieci positivi al Coronavirus fra pugili e tecnici. Le prime notizie di positività a Covid-19 erano arrivate dalla Turchia, che aveva reso noto come due pugili e un tecnico della loro squadra a Londra avevano contratto il Coronavirus. Il totale è invece da fissare a dieci, come ha fatto sapere il presidente della confederazione europea della boxe olimpica (Eubc), Franco Falcinelli. Un torneo nato male fin da subito: mentre il mondo dello sport era praticamente tutto fermo, la boxe scelse di andare avanti, anche per volontà del governo di Londra, che in quei giorni sosteneva ancora il concetto dell’immunità di gregge.
Risultato: torneo cancellato dopo soli tre giorni, dieci positivi al Coronavirus e tutto questo con le Olimpiadi che si sono allontanate di un anno, visto lo slittamento dei Giochi al 2021. In quel momento non era ancora certo il rinvio di Tokyo 2020, che comunque sarebbe arrivato poco dopo, ma come minimo vi erano enormi dubbi e praticamente tutti gli sport avevano provveduto a rinviare le proprie qualificazioni.
CORONAVIRUS BOXE: LE ACCUSE DI FALCINELLI
La boxe è andata avanti e adesso fa il conto dei contagiati da Coronavirus, anche perché – come sottolinea Falcinelli – il torneo preolimpico di Londra è stato caratterizzato anche dalla “mancata adozione di misure preventive contro il Covid-19. Kit di protezione e mascherine non sono stati forniti ai partecipanti. Il distanziamento sociale non è stato minimamente applicato, così come non ci sono state prescrizioni igienico-sanitarie da parte degli organizzatori”. Pensando che eravamo già a metà marzo, ci chiediamo: Aiba (la federazione mondiale della boxe) e organizzatori inglesi vivevano in una bolla isolata dal mondo?
Falcinelli rincara la dose: “In tali circostanze, il risultato avrebbe potuto essere molto peggio di 10 casi positivi”. Il dirigente italiano era personalmente contrario alla disputa del torneo preolimpico fin da prima che cominciasse, “ma la task force del Cio ha deciso di procedere ugualmente. Del resto, il Premier Boris Johnson aveva espresso un deciso ottimismo”. Con il senno di poi, anche lui avrà imparato la lezione: con il Coronavirus non si scherza…