Quindici anni di alcolismo, finalmente a febbraio la decisione di entrare in una comunità di recupero per un trattamento di 30 giorni e ritrovarsi all’uscita (il 22 marzo) in un mondo completamente diverso, a causa della pandemia di Coronavirus: una vicenda particolare, riportata dal giornale americano Vox, che fa riflettere sugli effetti che il Covid-19 potrebbe avere su chi sta già affrontando una battaglia personale contro una dipendenza, dall’alcol oppure dalle droghe.
Il testimone della vicenda è partito dalla delusione di non poter abbracciare o festeggiare con nessuno il proprio cammino di recupero, ma soprattutto le difficoltà imposte dal Coronavirus a tutti, in termini sia di salute sia di benessere economico, sono naturalmente una sfida particolarmente complicata per chi vuole vincere una dipendenza.
Negli Stati Uniti ci sono 20 milioni di persone alle prese con una qualche dipendenza e 14.500 centri per il trattamento di questi casi, moltissimi dei quali stanno però affrontando tagli o almeno modifiche alle loro operazioni. Il collasso delle strutture di supporto è un problema durissimo per chi cerca di vincere la battaglia contro alcol o droga. L’isolamento e la solitudine infatti non sono di certo d’aiuto in questa lotta.
CORONAVIRUS E LOTTA ALLE DIPENDENZE: I PERICOLI DI ALCOL E DROGA
Gli Alcolisti Anonimi e altre associazioni simili hanno subito lanciato incontri su Zoom o altre piattaforme online, ma vedere facce su uno schermo di un computer potrebbe non bastare, anche perché si perde la possibilità di creare rapporti fra le persone che condividono il cammino, quelle chiacchierate magari nel parcheggio dell’associazione che sono preziose quanto se non più degli incontri stessi.
Questo è particolarmente vero per chi ha appena iniziato il recupero e dunque non era già entrato in conoscenza con le altre persone: “Tutti hanno bisogno di vicinanza umana, specialmente chi ha appena iniziato un cammino di recupero, ma ciò manca in una video conferenza”. L’alcolismo è un problema che coinvolge 15 milioni di statunitensi e causa 88.000 morti all’anno negli Usa e una sua recrudescenza potrebbe essere uno dei tanti sgradevoli “effetti collaterali” della pandemia di Coronavirus, che potrebbe d’altronde far scivolare in una qualche dipendenza tante altre persone.
Peggio ancora per quanto riguarda le droghe, anche perché un fallimento nel recupero potrebbe in questo caso portare più facilmente alla morte. C’è però anche una speranza, chiude la propria analisi Vox: la consapevolezza che affrontare una pandemia da sani è molto meglio potrebbe spingere a intraprendere un cammino di recupero.