Per Giorgetti attuare un nuovo Federalismo fiscale non è così semplice come si possa pensare. L'idea potrebbe essere un nuovo ente per recuperare i crediti.
Secondo Giancarlo Giorgetti, l’attuazione di un nuovo federalismo fiscale è un’operazione che richiede tempo e soprattutto è reputata “complessa”. Il problema consisterebbe nel rivedere un sistema che dalla sua nascita ha subito una serie di mutazioni, oltre che la richiesta di un impegno da parte di tanti “livelli” governativi.
Secondo il Ministro dell’economia e delle finanze dell’Italia, dopo un intervento davanti alla Commissione dell’Unione Europea, servirebbe un nuovo ente che possa lavorare esclusivamente sulla riscossione dei crediti insolventi, nello specifico per recuperare forzatamente i tributi locali.
Come attuare il federalismo fiscale: il punto del ministro Giorgetti
Secondo Giorgetti il nuovo federalismo fiscale dovrebbe includere principalmente un ente (da realizzare da zero e ad HOC), che possa pensare a recuperare i debiti “minori”, frammentando la mole di lavoro ad alcune sezioni del Governo.

Sempre stando alle ipotesi del capo del MEF, oggi l’Agenzia delle Entrate di Riscossione non sarebbe sufficiente, con la ricostruzione del nuovo organismo si potrebbe pensare ad assumere e formare delle risorse altamente specializzate nel recupero dei tributi.
Anche se – sostiene Giorgetti – gli strumenti disposti oggi dall’ADER (dalla riscossione coattiva alla rateizzazione delle cartelle) siano vantaggiosi per molti Comuni italiani, di fatto non si evincerebbe un reale recupero dovuto all’ente fiscale.
Dal problema alla soluzione
Anche se il Ministro dell’Economia ha affermato di non avere un’idea certa e concreta, ha comunque esposto la sua idea subito dopo aver parlato del problema. La principale criticità consisterebbe nella difficoltà da parte dell’Agenzia delle Entrate, di riscuotere anche debiti “non suoi”.
É comprensibile che controllare i gettiti mancanti dall’IRPFEF (per un ammontare di 250.000€) e relativamente tanti di Tari e IMU, non può essere affidato ad un solo ente con uno spazio limitato di manovra.
Tra le sue ipotesi vigono due principi: o integrare le risorse dell’Associazione Nazionale per i Comuni Italiani in loro aiuto (supportandoli nel recupero dei tributi locali), oppure aggiungere una nuova sezione nell’ADER ma con un personale più qualificato e di maggioranza.
