Cos'è il "sistema Pavia" di cui si parla in relazione all'indagine sul delitto di Garlasco: quel presunto scambio di favori interno alla Procura pavese

Sembrano collegate da un unico filo – complice anche una narrazione mediatica non sempre chiara – conduttore le nuove indagini sul delitto di Garlasco e quella sul cosiddetto “sistema Pavia” che questa sarà protagonista della diretta di FarWest, ma in realtà si tratta di due differenti indagini che vedono come unico presunto allaccio la figura dell’ex procuratore pavese Mario Venditti, oggi indagato con l’ipotesi (ancora tutta la dimostrare) di corruzione in occasione delle indagini su Garlasco che vedevano protagonista Andrea Sempio.



Proprio Venditti, infatti, sarebbe stato tra quei (anche qui: presunti) protagonisti del sistema Pavia in quanto capo di una Procura che – dalle carte dell’indagine – è stata a lungo asservita agli interessi personali di poche persone; ma prima di addentrarci a pieno titolo nell’attuale indagine sul sistema Pavia è importante sottolineare a ribadire chiaramente a scanso di equivoci che Venditti non risulta essere tra gli indagati per quello che succedeva nella “sua” Procura, comparendo solamente in alcune dichiarazioni che per ora non sono ancora state verificate.



Secondo le attuali ipotesi degli inquirenti, il sistema Pavia consisteva in una fitta serie di scambi di vario tipo – tra soldi, favori e quant’altro – interni alla Procura: i protagonisti sarebbero l’ex carabiniere forestale Antonio Scoppetta che è già andato incontro a una condanna e il collega Maurizio Pappalardo che sta attraversando adesso il suo primo grado di giudizio; mentre secondo alcune testimonianze sarebbero coinvolti anche lo stesso Venditti (lo ripetiamo: non indagato) e l’ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca.

Cos’è il sistema Pavia, cosa c’entrano Scoppetta e Pappalardo: l’indagine collaterale a quella sul delitto di Garlasco

Per capire meglio cosa sia (o cosa dovrebbe essere) il sistema Pavia possiamo fare riferimento proprio alle carte del processo a carico di Scoppetta, condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione con l’ipotesi di corruzione e stalking: secondo la giudice Daniela Garlaschelli l’ex carabiniere avrebbe interamente e totalmente asservito il suo incarico pubblico alla realizzazione dei “fini privati” suoi e di altri soggetti ed è proprio questo il fulcro del sistema Pavia.



Mario Venditti (Foto: Quarto Grado)

Secondo la giudice, infatti, Scoppetta avrebbe sfruttato la sua amicizia con Pappalardo – e, viceversa, lo stesso avrebbe fatto quest’ultimo – per ottenere una lunga serie di “dati confidenziali” sulle indagini in corso, in cambio di “denaro e altre utilità”: l’obbiettivo del sistema Pavia – spiega sempre la giudice Garlaschelli – era quello di garantirsi un “tenore di vita” ben superiore a quello concesso dai loro stipendi, anche – e forse soprattutto – attraverso una serie di scambi con il mondo “politico e imprenditoriale”; tutto condito dallo stalking all’ex di Pappalardo attraverso “pedinamenti [e] appostamenti”.

Nell’intricato sistema Pavia, peraltro, Venditti appare solamente nelle dichiarazioni dell’imprenditore Carlo Boiocchi in qualità di mittente – e talvolta destinatario – di alcuni presunti “pizzini” inviati e ricevuti dal leghista Ciocca il cui contenuto non è stato rivelato: pizzini (riferisce l’imprenditore) che passavano per le mani dello stesso Scoppetta, utilizzato in questa ricostruzione come una sorta di postino; mentre naturalmente sia Venditti che Ciocca hanno sempre fermamente respinto questa accusa, tanto che l’ex europarlamentare ha già sporto denuncia con l’ipotesi di reato di diffamazione.