Luca Ricolfi, noto sociologo, ha pubblicato un editoriale sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero”, nel quale ha analizzato il fenomeno connesso all’andamento positivo di questa prima fase autunnale 2021 della battaglia contro il Coronavirus in Italia. In particolare, l’esperto ha fatto notare come nel nostro Paese in questo momento la mortalità si mantenga a uno dei livelli più bassi dell’intero Vecchio Continente, con un tasso di mortalità per abitante che rimane al di sotto di quelli di Spagna, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti d’America, Israele e Canada.
A giudizio di Ricolfi, le ragioni di questa situazione sono legate sostanzialmente a due fattori: il primo è denominabile “effetto Figliuolo”, in quanto l’Italia, anche grazie allo scarso peso della popolazione under 12, è riuscita a vaccinare una quota molto elevata della popolazione, evitando di fare la fine di Bulgaria e Romania, dove le basse percentuali di siero somministrato hanno prodotto un tasso di mortalità enorme e davvero da brividi. Il secondo fattore, invece, viene sarcasticamente indicato come “effetto Arcuri”.
LUCA RICOLFI: “SE AVESSIMO VACCINATO PRIMA, ORA CI SAREBBE LA RINCORSA ALLA TERZA DOSE”
Ricolfi ha voluto spiegare nel dettaglio cosa intende con quest’affermazione, evidenziando che è grazie all’ex commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Covid-19 se il nostro Stato ha effettuato le vaccinazioni in ritardo e, di conseguenza, non sta ancora facendo i conti “con il problema che affligge i Paesi virtuosi come Israele, Stati Uniti e Regno Unito, che proprio per aver vaccinato massicciamente fin da dicembre sono ora alle prese con la riduzione dell’efficacia dei vaccini, e sono costretti a ricorrere affannosamente alla terza dose“.
Tuttavia, l’ottimismo diminuisce confrontando i dati odierni con quelli di dodici mesi fa: “Come stanno andando le cose rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso? Un pochino peggio, perché rispetto a 12 mesi abbiamo circa il doppio dei morti e dei contagiati. E questo nonostante il vaccino, nonostante il Green Pass. Come è possibile? Semplice: la variante delta, che ha un tasso di riproduzione molto più alto di quello della variante prevalente all’esordio della pandemia, ha un impatto sulla diffusione del virus che controbilancia l’impatto del vaccino sulla letalità”.