L’Italia deve tutelare il mercato secondario dei crediti deteriorati. L’indicazione arriva dal Financial Stability Board, organismo dedicato al controllo del rischio finanziario globale. Nel rapporto pubblicato ieri (clicca qui per il documento integrale in pdf) è stato passato al microscopio il più grande mercato europeo dei crediti bancari inesigibili. Il risultato, stando almeno fino a quanto fatto finora, non è lusinghiero per l’Italia. Se da un lato, spiega il Sole 24 Ore, c’è il plauso per il successo nella riduzione dello stock dei crediti deteriorati («Le autorità italiane hanno ottenuto un notevole successo nella riduzione dei crediti deteriorati nei bilanci bancari rispetto al picco del 2015»), dall’altro c’è un monito chiaro per i policy maker italiani, affinché il nostro Paese eviti di mettere in campo misure che possano compromettere i risultati ottenuti finora.
Dopo una verifica durata mesi che ha coinvolto banche, servicer e istituzioni, Fsb riconosce che le condizioni economiche più favorevoli «hanno rallentato il flusso di nuovi crediti deteriorati», d’altro canto su questo successo hanno avuto un «impatto significativo» la cooperazione tra le autorità nazionali, l’attuazione degli orientamenti dell’Eba e della Bce, così come l’aumento dell’intensità della Vigilanza, lo sviluppo di un mercato secondario dei crediti deteriorati e le riforme su esecuzione, ristrutturazione e insolvenza.
FSB ALL’ITALIA “EVITARE MISURE CHE COMPROMETTANO I SUCCESSI OTTENUTI”
Il riscontro positivo è tale che «alcune altre giurisdizioni hanno introdotto riforme modellate su questo approccio». Questo è il caso della Gacs, messa a disposizione dal 2016 dal Mef per gli operatori per favorire lo smaltimento delle sofferenze. Si tratta di uno strumento che non ha avuto costi a carico dei contribuenti e ha avuto risultati positivi. Alla luce di ciò, rimarca Financial Stability Board, è stato sviluppato l’omologo greco, l’Hercules asset protection scheme. Ma l’Fsb riserva anche degli avvertimenti all’Italia, come quello di «evitare misure che possano compromettere i successi ottenuti».
Secondo il Sole 24 Ore, il riferimento, neppure velato, è al provvedimento sull’esdebitazione, in base al quale il debitore ceduto può estinguere la posizione pagando un importo pari al prezzo di acquisto da parte della società cessionaria aumentato del 20%. Il testo, introdotto nel decreto Omnibus di agosto e poi eliminato in corso d’opera, aveva sollevato le critiche e i timori nell’intero comparto. Ora è in discussione in Parlamento, sotto forma di disegno di legge. Infine, l’Fsb segnala la necessità di rafforzare e digitalizzare i tribunali.