A Uno Mattina Estate, in diretta su Rai Uno, vi era lo psicologo Paolo Crepet, per parlare del 13enne aggredito da un genitore sul campo da calcio

Paolo Crepet, noto psicologo, è stato intervistato stamane da Uno Mattina Estate per parlare del 13enne portiere aggredito dal genitore di un avversario. “Quando manca il futuro, c’è frustrazione – esordisce l’esperto sul primo canale – arriva la violenza che è sempre un sintomo di impotenza. Si insegna l’impotenza e si raccoglie tempesta”.



“Se i ragazzini scambiano un gioco e un divertimento per un duello medievale in cui deve vincere qualcuno e morire qualcun’altro, questo non ha nulla a che vedere non solo con la sport ma con la vita, spero che non possa essere concepita da nessuno come vita, ma siccome se ne contano quasi ogni giorno di queste cose bisogna capire perchè. La prima cosa che mi chiedo è perchè un papà va a fare il tifo?”.



PAOLO CREPET: “SI TRATTA DI PERSONE FRUSTRATE…”

Crepet ha proseguito: “Questi sono bambini, non sono campioni di una squadra professionista, lasciate che i bimbi giochino fra di loro, quello è un campo sportivo, lasciare che i bimbi siano bimbi, questo è un modo per odiare i bimbi e poi è una scuola di una illusione perchè nessuno di quelli sarà Maradona e poi se non entrerà nemmeno in una squadra di Serie C che cosa si fa?”.

Quindi Crepet ha aggiunto: “Ci sono padri e padri, adesso non ne farei una questione generazionale che sono sempre complicate. Mio padre non è mai venuto a vedermi quando giocavo a calcio e basket, credo che non sapesse neanche dove fosse la palestra ma perchè pensava che quello fosse il mio tempo, il mio modo di esprimermi, le mie capacità di relazioni, ma questo è ciò che deve essere fatto da un gruppo di ragazzi”.

Crepet (Foto: Uno Mattina Estate)



PAOLO CREPET: “SI TRATTA DI PERSONE FRUSTRATE…”

E ancora: “In generale si tratta di persone frustrate perchè un genitore felice e contento, realizzato nel lavoro, non ha certo bisogno di andare a menare un portiere di 13 anni e questo è ridicolo. Evidentemente stiamo influendo, perchè poi queste cose vengono ripetute milioni di volte sulla rete e questa è un’altra delicatezza del contemporaneo. Una volta questa cosa si sarebbe risolta nel paese dove è avvenuta, adesso è invece divenuto un caso nazionale e sicuramente ci sarà qualcuno che avrà detto ‘hai fatto bene’”.

Secondo Crepet: “E’ evidente che ci sono due vittime, quella principale, a cui auguriamo una pronta guarigione, e poi c’è una vittima psicologica che è il figlio protetto malamente e maldestramente che non aveva richiesto quella protezione e che si trova questo padre violento e iper presente nella sua vita e che non lo fa crescere. L’errore fondamentale di questi genitori è che non fanno crescere i figli. Dare tutto, difendere tutto ma non solo il calcio, anche il liceo e qualsiasi cosa, è un danno enorme, io sono solo quello per cui sono difeso e questa è una identità molto fragile”.