In fiamme il centro di prima accoglienza e soccorso di Imbriacola a Lampedusa. Sembra, stando alle prime notizie che arrivano dall’isola, che a dare via all’incendio siano stati degli immigrati di origine tunisina, che si trovano nel centro di accoglienza da alcune settimane. Inizialmente erano fuggiti addirittura 800 immigrati, ma quattrocento di loro sono stati ripresi dalle forze dell’ordine. Ne restano ancora 400 da recuperare, un gran numero, sarebbero andati in direzione del molo. Intanto la struttura di accoglienza è andata completamente distrutta, secondo quanto ha detto il sindaco di Lampedusa che adesso non disporrebbe più di un centro di accoglienza. Il sindaco ha richiesto l’intervento urgente del governo perché la popolazione è esasperata, definendo l’isola una zona di guerra. Sul posto vigili del fuoco impegnati a spegnere le fiamme e forze dell’ordine intente a controllare l’evolversi della situazione. Il denso fumo nero si sta spostando sul centro abitato spinto dal vento. Il centro ospita in questi giorni 1200 immigrati tunisini: sono stati al centro di proteste proprio in queste ultime ore perché chiedevano il trasferimento sul continente mentre alcuni di essi protestavano contro il possiible rimpatrio. Nel febbraio 2009 era scoppiato un incidente sempre a Lampedusa ma nel centro di accoglienza di Loran dove si trovavano un centinaio di donne. L’incendio era scoppiato nella notte provocando scene di panico. Ai tempi ci furono polemiche perché la struttura non avrebbe avuto i certificati di agibilità e quelli anti incendio. Le donne vi erano state trasferite perché nella struttura che è stata incendiata oggi si trovavano già troppe persone, 1200 proprio come in questo caso odierno. Poi lo scorso aprile uni altro incendio ancora anche quello provocato dagli immigrati che protestavano per il loro fermo sull’isola. Proprio in questi ultimi giorni si era assisto allo sbarco di altri migranti sull’isola, da sempre meta dell’immigrazione clandestina. Erano giunti un barcone con a bordo circa duecento persone e poi altri due barconi ciascuno con 150 e 50 clandestini.