CARLO GIOVANARDI/ Il senatore Pdl: due donne che si baciano? Come fare pipì in strada. E scoppia la polemica
Intervistato da Radio 24, il senatore Pdl Carlo Giovanardi si è reso protagonista di dichiarazioni sul tema dell’omosessualità che stanno provocando numerose e dure polemiche

Intervistato da Radio 24, Carlo Giovanardi si è reso protagonista di dichiarazioni sul tema dell’omosessualità che stanno provocando numerose polemiche. Il senatore Pdl ha prima fatto sapere che «ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere», spiegando poi che «gli organi dell’uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni, e non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne». Inoltre, continua senza freni Giovanardi, «se il ministro Fornero avesse inteso diversamente di insegnare che sono naturali anche i rapporti tra omosessuali, avrebbe la rivolta del Parlamento». Ed ecco che la conduttrice di Radio 24 pone al senatore la domanda fatidica: «Che effetto le farebbero due ragazze che si baciano alla stazione?», seguita dalla risposta che in pochi secondi ha alzato un vero e proprio polverone: «A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio». Un paragone che ha fatto indignare il popolo gay e tutto il centrosinistra, che risponde immediatamente attraverso le parole di Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell’Assemblea del Pd, secondo cui «Giovanardi non cessa di stupire per la sua mancanza di pudore e di equilibrio e per la sua pochezza. Anche oggi ha sfoderato il suo becero maschilismo, e ha offeso senza riguardo la dignità di tutte le donne, ma soprattutto l’intelligenza e la sensibilità umane. Davvero non si sente alcun bisogno di opinioni così improvvisate, ridicole e pericolosamente sbagliate», ha detto la Bindi. Rincara la dose la deputata Pd Anna Paola Concia, secondo cui le ultime dichiarazioni di Giovanardi «sono di una violenza inaudita e sconcertante: fanno ribollire il sangue a me, figuriamoci ai tanti giovani omosessuali che sono stanchi di subire quella che è una vera e propria omofobia di Stato, poiché viene da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni». Quindi, continua la Concia, «è arrivato il momento che tutto il Paese reagisca a questo clima d’odio e di diffamazione che certi esponenti politici con le loro affermazioni contribuiscono a coltivare ormai da tempo.
Per questo motivo ho lanciato un appello a tutti i cittadini italiani che non si riconoscono in quelle parole e vogliono vivere in un Paese inclusivo e rispettoso nei confronti di tutti: a loro chiedo di inviare una mail all’indirizzo dell’ex sottosegretario scrivendo “L’omofobia è una malattia”».
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