RENATO FARINA/ Condannato a due anni e otto mesi senza condizionale: la “bacchettata” dei magistrati fa discutere

- La Redazione

Il deputato del Pdl è stato condannato, senza sospensione condizionale della pena a 2 anni e 8 mesi di carcere ma con la riduzione di un terzo come beneficio del rito abbreviato.

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Il deputato del Pdl, Renato Farina, è stato condannato, senza sospensione condizionale della pena, a 2 anni e 8 mesi di carcere. Il “castigo” gli è stato inflitto dal giudice del tribunale di Milano, Elisabetta Meyer. Farina, ex vicedirettore e cofondatore del quotidiano Libero, è stato accusato di falso in atto pubblico. Dalla pagine de Il Giornale, Vittorio Feltri fa presente che, probabilmente, per reati come «furto con scasso, rapina a mano armata, bancarotta fraudolenta» Farina «se la sarebbe cavata con una pena inferiore, probabilmente». Chiedendosi come sia possibile che per il parlamentare del Pdl la giustizia italiana, nota per la sua farraginosità, abbia acceso il turbo, afferma che se questi sono gli effetti del codice, allora, tanto vale stracciarlo. In ogni caso, il parlamentare pidiellino si era recato nel carcere di Opera per far visita a Lele Mora. Tra le sue prerogative di onorevole, infatti, vi è il diritto a entrare in un qualunque carcere quando preferisce, senza necessità di permessi di alcun tipo, per verificare le condizioni dei carcerati. Con sé aveva portato una persona, il 20enne G.T., indicandolo come un suo collaboratore, con il quale aveva instaurato un rapporto stabile e continuativo. La legge, l’articolo 67 dell’ordinamento penitenziario, in particolare, prevede che anche i collaboratori dei parlamentari possano accompagnarli in carcere senza bisogno di alcuna autorizzazione. Tuttavia, il ragazzo non era un suo collaboratore né, come pare lo abbia definito Farina, il suo consulente in rapporti umani. Pare si trattasse semplicemente di un conoscente di Lele Mora aspirante tronista. Sul Foglio, la deputata radicale Rita Bernardini definisce la sentenza «lunare»; da radicale, come ricorda il quotidiano, è tra i massimi conoscitori delle condizioni e delle leggi carcerarie, e afferma: «Ho fatto quasi 200 visite, quasi sempre porto con me i Radicali del luogo dove si trova il penitenziario, che evidentemente non sono miei dipendenti. Di più, tra questi spesso c`è anche Marco Pannella, che non è più parlamentare da anni, e che evidentemente non lavora per me». Le fa eco il radicale Mario Perduca, che ricorda come, a maggio, entrò a San Vittore con tre persone, nessuna delle quali era un suo collaboratore. «Se Farina ha infranto la legge, anch`io infrango sempre la legge». Tornando al 20enne:  è stato condannato a due anni di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. A Farina la sospensione non è stata concessa perché, nel 2007, quando era vicedirettore di Libero, patteggiò sei mesi, poi convertiti in pena pecuniaria, per il reato di favoreggiamento nei confronti del Sismi di cui era collaboratore. Il diretto interessato si è detto convinto di essere bersaglio di un terribile accanimento nei suoi confronti, facendo presente che si era recato in carcere allo scopo di dare sostegno ad un detenuto in grave difficoltà. Il 20enne, invece, aveva scritto a Farina che intendeva fare visita all’impresario dei vip dopo che Farina stesso aveva pubblicato una lettera sulle condizioni del carcerato. Al deputato, inoltre, interessavano le osservazioni di un giovane su come si vive in galera. L’ex vicedirettore di Libero si difende, inoltre, facendo presente che in passato ha fatto più di 100 visite in almeno 30 carceri, portando con sé almeno 22 collaboratori senza che nessuno avesse mai avuto nulla da ridire.

E come lui tanti altri. Per citare un esempio, Farina ricorda come l’onorevole Ermete Realacci si fosse fatto accompagnare in carcere da Sergio Cofferati, allora segretario della Cgil, senza che a nessuno gli fosse mai passato per la testa di perseguirli.  







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