Il 2 febbraio di ogni anno, la Santa Romana Chiesa ricorda nel proprio calendario la commemorazione di Beato Andrea Carlo Ferrari, un uomo che con le sue opere e con la sua dedizione è riuscito a dare un grande contributo spirituale e non alle popolazioni con cui ha avuto a che fare. Andrea nacque nel 1850 in una piccola frazione del comune di Prato Piano, situato in provincia di Parma, in una famiglia molto attenta al rispetto dei principi religiosi. Sin da piccolo in lui si manifestò la volontà di voler seguire una vocazione religiosa sempre più insistente e intesa, tant’è che entrò a far parte del seminario di Parma dove, dopo il solito percorso formativo, nel 1873 fu ordinato sacerdote.
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Andrea era un uomo molto colto, come del resto sottolinea i ruoli via via sempre più importanti che ricoprì all’interno dello stesso seminario. Infatti, dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1874 divenne parroco. Sempre nel 1874, all’interno del seminario, divenne il professore di ruolo di due materie che a prima vista sembrano avere poco a che vedere con la religione: matematica e fisica. Dopo qualche anno il suo impegno e la sua serietà nello svolgere i compiti che gli vennero assegnati fecero in modo che venisse preso sempre più in considerazione, tant’è che fu insignito della carica di rettore dello stesso istituto. Lo stesso zelo e rettitudine che lo caratterizzavano in questo aspetto della propria vita erano ugualmente applicati anche nel suo modo di essere uomo di Dio. Infatti, nel 1890 venne eletto vescovo di Guastalla (RE) e dopo un anno passò a dirigere la diocesi di Como. Questo da un alto lo riempì di gioia, dall’altro, però, lo costrinse a dover abbandonare Parma e il seminario a cui era particolarmente legato per trasferirsi in Lombardia. Le sue opere e le sue virtù gli consentirono di operare in maniera giusta, tant’è che papa Leone XIII volle nominarlo cardinale nel 1894, riservandogli una diocesi molto importante e al tempo stesso difficile da amministrare come quella di Milano.
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Tuttavia Andrea ha dovuto passare momenti molto difficili allorché fu attaccato da alte cariche ecclesiastiche in quanto, a loro dire, le sue idee erano fin troppo moderne e per certi versi lasciavano pensare a una sorta di sminuimento della volontà del Papa e delle linee guida che la Santa Sede faceva periodicamente presente. Per mettere a tacere queste voce, il Cardinale dovette scrivere una lettera nella quale sottolineava la propria fedeltà alla Santa Sede e al Papa. Il suo modo di intendere lo svolgimento della carica assegnatagli fu davvero fuori dal comune. Andrea amava particolarmente i propri diocesani e si faceva carico di continue visite pastorali in qualsiasi parrocchia presente sul territorio, per dar modo di trasmettere la sua vicinanza. Aveva anche un bellissimo rapporto con i sacerdoti della sua diocesi, che considerava come veri e propri figli e ai quali chiedeva di essere molto preparati da un punto di vista culturale.
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Sono rimasti nei cuori e nelle menti delle persone che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo, le bellissime omelie e discorsi che teneva. Di discorsi ne ha fatti tantissimi, dei quali circa 20mila sono stati conservati su degli appositi documenti scritti. Molto forte in lui era il sentimento di dover portare a termine sempre e comunque il lavoro che gli era stato assegnato. Infatti, anche negli ultimissimi giorni della sua vita terrena si prodigò per mettere a posto le ultime faccende di cui si occupava.
Il Cardinal Andrea Carlo Ferrari si spense il 2 febbraio 1921 e da quanto si racconta anche sul letto di morte volle portare a termine l’ultimo suo compito: l’approvazione degli statuti su cui venne fondata L’università Cattolica di Milano. Andrea Carlo Ferrari è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel maggio del 1987.
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